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2645. Le ANTICHITÀ di Ercolano esposte, volumi 9, Napoli 1755, in fol., fig. l. Cominciò l’edizione col Catalogo degli antichi monumenti composto da monsig. Bajardi, che escì alle stampe nel 1755 ed occupa un vol. di 447 p. 2. Seguirono le pitture antiche d’Ercolano a contorni, incise con qualche spiegazione. Vol. I 1757. 3. Le pitture Vol. II pubblicate nel 1760. 4. Le pitture Vol. III pubblicate nel 1762. 5. Le pitture Vol. IV pubblicate nel 1765. 6. De’ bronzi Vol. I dei busti. Pubblicato nel 1767. 7. De’ bronzi d’Ercolano Vol. II statue pubblicate nel 1771. 8. Delle pitture Vol. V pubblicato nel 1779. 9. Delle lucerne e candelabri tomo unico nel 1792.
I cinque volumi delle pitture contengono 324 tavole illustrate oltre una grandissima quantità di vignette e monumen 26ti. I due dei bronzi 173 tavole e quello delle lucerne 93: il tutto arricchito di note, d’indici e di osservazioni. Una parte dei manoscritti o papiri fu impressa in un I vol. in 4 gr. o foglietto piccolo nel 1793 sotto il seguente titolo: Herculanensium voluminum quoe supersunt tomus I. Per ultimo abbiamo anche un gran volume atlantico slegato di 106 tavole di pareti, pavimenti e altre antichità Ercolanensi venuto a poco a poco in luce e non anche illustrato. È debitrice l’Italia della protezione che ebbero in Napoli gli studi al tempo di queste scoperte, di questa edizione e dell’Accademia Ercolanense, al genio protettore del marchese Tanucci, che sotto il regno di Carlo III può dirsi essere stato il Colbert dell’Italia.
I cinque volumi delle pitture contengono 324 tavole illustrate oltre una grandissima quantità di vignette e monumen 26ti. I due dei bronzi 173 tavole e quello delle lucerne 93: il tutto arricchito di note, d’indici e di osservazioni. Una parte dei manoscritti o papiri fu impressa in un I vol. in 4 gr. o foglietto piccolo nel 1793 sotto il seguente titolo: Herculanensium voluminum quoe supersunt tomus I. Per ultimo abbiamo anche un gran volume atlantico slegato di 106 tavole di pareti, pavimenti e altre antichità Ercolanensi venuto a poco a poco in luce e non anche illustrato. È debitrice l’Italia della protezione che ebbero in Napoli gli studi al tempo di queste scoperte, di questa edizione e dell’Accademia Ercolanense, al genio protettore del marchese Tanucci, che sotto il regno di Carlo III può dirsi essere stato il Colbert dell’Italia.
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2659. CHOISEUIL, Voyage pittoresque de la Grece, tome I, Paris 1782, in fol., fig.
Quest’opera debbe avere un secondo volume, di cui una parte soltanto ha veduto la luce: ora sappiamo esservi un imprenditore che dagli scritti del defunto autore ha tratto di che compirlo. Opera di qualche pregio, le cui stampe in numero di 126 sono di accurata ma debole esecuzione.
Quest’opera debbe avere un secondo volume, di cui una parte soltanto ha veduto la luce: ora sappiamo esservi un imprenditore che dagli scritti del defunto autore ha tratto di che compirlo. Opera di qualche pregio, le cui stampe in numero di 126 sono di accurata ma debole esecuzione.
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2673. GORI Francesco, Notizie del memorabile scoprimento dell’antica città d’Ercolano, del suo teatro, templi etc. avute per lettere da varj celebri letterati, Firenze 1748, in 8, fig. — Aggiuntovi: Venuti Marcello, Descrizione delle prime scoperte d’Ercolano, Venezia 1749, in 8.
Sono questi i primi e più preziosi opuscoli che andavano uscendo dalla penna dei letterati al momento delle più importanti scoperte. Nel primo è la tavola coi cavalli dei Balbi: si rileva in questo libro la progressiva escavazione e scoperta, che dopo i primi tentativi del 1689 ha il suo vero principio nel 1711 allorquando il principe Emanuel Maurizio duca d’Elboeuf Pari di Francia trovò presso Resina un tempio d’Ercole ornato di statue ec. ec.
Sono questi i primi e più preziosi opuscoli che andavano uscendo dalla penna dei letterati al momento delle più importanti scoperte. Nel primo è la tavola coi cavalli dei Balbi: si rileva in questo libro la progressiva escavazione e scoperta, che dopo i primi tentativi del 1689 ha il suo vero principio nel 1711 allorquando il principe Emanuel Maurizio duca d’Elboeuf Pari di Francia trovò presso Resina un tempio d’Ercole ornato di statue ec. ec.
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2688. NOTIZIE curiose intorno lo scoprimento della città d’Ercolano, Venezia 1747.
Questo non è che un avviso di poche pagine, pubblicato forse in qualche articolo di Giornal Letterario, il quale annuncia come prossima l’opera del Bajardi sulle antichità ercolanensi e porta la versione di due lettere di Plinio al suo Tacito.
Questo non è che un avviso di poche pagine, pubblicato forse in qualche articolo di Giornal Letterario, il quale annuncia come prossima l’opera del Bajardi sulle antichità ercolanensi e porta la versione di due lettere di Plinio al suo Tacito.
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2721. WINCKELMANN, Considerazioni sopra la lettera dell’ab. Winckelmann.
Lo stampatore pubblicando senza luogo, (e come suol dirsi alla macchia) queste considerazioni in due foglietti di stampa tratta di sciocca e impertinente la lettera suddetta. Vengono attribuite queste considerazioni al marchese Galliani e non all’abate Zarilli come si credette da prima: sono legate separatamente
Lo stampatore pubblicando senza luogo, (e come suol dirsi alla macchia) queste considerazioni in due foglietti di stampa tratta di sciocca e impertinente la lettera suddetta. Vengono attribuite queste considerazioni al marchese Galliani e non all’abate Zarilli come si credette da prima: sono legate separatamente
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2818. DANIELE Francesco, Monete antiche di Capua con alcune brevi osservazioni, Napoli 1802, in 4, fig.
Le copiose monete intagliate e stampate fra il testo della opera sono eseguite con estrema accuratezza. In fine è un discorso sul culto di Giove, di Diana e di Ercole presso i campani e un commentario del Mazzocchi sulla legge Pagana dell’agro ercolanense.
Le copiose monete intagliate e stampate fra il testo della opera sono eseguite con estrema accuratezza. In fine è un discorso sul culto di Giove, di Diana e di Ercole presso i campani e un commentario del Mazzocchi sulla legge Pagana dell’agro ercolanense.
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