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Painting
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In queste note manoscritte rendesi ragione di qualche opera di pennello esistite in Firenze di mano di L. B.
Alberti. La stampa di questo opuscoletto da Lodovico Domenichi fu intitolata a Francesco Salviati. Vedi anche
Vinci Leonardo.
In queste note manoscritte rendesi ragione di qualche opera di pennello esistite in Firenze di mano di L. B.
Alberti. La stampa di questo opuscoletto da Lodovico Domenichi fu intitolata a Francesco Salviati. Vedi anche
Vinci Leonardo.
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Questa edizione fa parte della collezione de’ Classici italiani.
Questa edizione fa parte della collezione de’ Classici italiani.
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Edizione elegante di un eruditissimo opuscolo.
Edizione elegante di un eruditissimo opuscolo.
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Questo scrittore pieno di criterio e di gusto lasciò conoscere in tutte le sue opere molto amore ed intelligenza in
ogni oggetto di nelle arti.
Questo scrittore pieno di criterio e di gusto lasciò conoscere in tutte le sue opere molto amore ed intelligenza in
ogni oggetto di nelle arti.
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Francesco Tebaldini stampatore della prima edizione, divenuta rara, dedicò il libro al Duca di Mantova;
Francesco Salerni editore della ristampa la intitolò al sig. Gottardo Romani pittor celebre. Questo è uno de’ buoni
trattati dell’arte ove scegliendo il grano dalla zizania trovansi eccellenti indicazioni, tanto nelle teorie, che nelle
pratiche. Vedasi il giudizio di quest’opera, Bossi, Cenacolo di Leonardo.
Francesco Tebaldini stampatore della prima edizione, divenuta rara, dedicò il libro al Duca di Mantova;
Francesco Salerni editore della ristampa la intitolò al sig. Gottardo Romani pittor celebre. Questo è uno de’ buoni
trattati dell’arte ove scegliendo il grano dalla zizania trovansi eccellenti indicazioni, tanto nelle teorie, che nelle
pratiche. Vedasi il giudizio di quest’opera, Bossi, Cenacolo di Leonardo.
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Discorsi di materie pratiche, nei quali specialmente sono da apprezzarsi le sue osservazioni sulla mestica, che
cominciano a mettersi in uso con successo.
Discorsi di materie pratiche, nei quali specialmente sono da apprezzarsi le sue osservazioni sulla mestica, che
cominciano a mettersi in uso con successo.
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Questo autore dedicò l’opera sia a tutti i pittori dell’Europa. Se la stravaganza di qualche opinione può costituire
il merito di un trattato, può questo concorrere fra quelli che aspirano ad un primato; finisce col datare la sua
opera.
Questo autore dedicò l’opera sia a tutti i pittori dell’Europa. Se la stravaganza di qualche opinione può costituire
il merito di un trattato, può questo concorrere fra quelli che aspirano ad un primato; finisce col datare la sua
opera.
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Dalla casuppola del Biondo nel tempo della rinovazione dei suoi martiri. Il Biondo quantunque nato 22 anni
prima che morisse Leonardo, attribuisce al Mantegna il Cenacolo di Milano e tutta l’opera è piena di simili
inesattezze e falsità. Questo è uno dei casi in cui è utile che i più rari libri siano appunto i più cattivi.
Dalla casuppola del Biondo nel tempo della rinovazione dei suoi martiri. Il Biondo quantunque nato 22 anni
prima che morisse Leonardo, attribuisce al Mantegna il Cenacolo di Milano e tutta l’opera è piena di simili
inesattezze e falsità. Questo è uno dei casi in cui è utile che i più rari libri siano appunto i più cattivi.
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Meschino ed inutile libro per l’arte e per la storia. I due trattatelli del Biondo e del Bisagno non sono divenuti;
rari per la loro preziosità, ma unicamente perché essendo opere di poco merito, non ottennero l’onore di una
seconda edizione.
Meschino ed inutile libro per l’arte e per la storia. I due trattatelli del Biondo e del Bisagno non sono divenuti;
rari per la loro preziosità, ma unicamente perché essendo opere di poco merito, non ottennero l’onore di una
seconda edizione.
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Questo è un aureo libretto scritto secondo i principi di un ecclesiastico, come lo fu questo porporato protettore,
delle arti, studiosissimo delle buone discipline, fondatore d’accademie, raccoglitore di preziosità, come qui
vedesi, ove raguaglia intorno gli statuti della sua accademia, e intorno le opere raccolte nel suo prezioso museo.
Questo è un aureo libretto scritto secondo i principi di un ecclesiastico, come lo fu questo porporato protettore,
delle arti, studiosissimo delle buone discipline, fondatore d’accademie, raccoglitore di preziosità, come qui
vedesi, ove raguaglia intorno gli statuti della sua accademia, e intorno le opere raccolte nel suo prezioso museo.
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Della pittura è trattato secondo gli antichi e nulla si dice intorno gli artisti moderni. Relativi all’encausto sonovi
alcuni capitoli interessanti scritti in un’epoca molto anteriore a quelle de’ moderni scrittori.
Della pittura è trattato secondo gli antichi e nulla si dice intorno gli artisti moderni. Relativi all’encausto sonovi
alcuni capitoli interessanti scritti in un’epoca molto anteriore a quelle de’ moderni scrittori.
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La postilla a carte 97 lo conferma pienamente. Oltre a queste asprissime postille ne sono alcune altre di pugno
dell’Ab. Carlo Binconi, autore della Guida di Milano, unitamente a un foglietto mss. inserto alla pagina 138.
L’autore di quest’opera fu molto malconcio sui margini di questo nostro esemplare, e con molta ragione.
La postilla a carte 97 lo conferma pienamente. Oltre a queste asprissime postille ne sono alcune altre di pugno
dell’Ab. Carlo Binconi, autore della Guida di Milano, unitamente a un foglietto mss. inserto alla pagina 138.
L’autore di quest’opera fu molto malconcio sui margini di questo nostro esemplare, e con molta ragione.
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L’edizione è stampata con bellissimi caratteri. Gl’interlocutori sono D. Ascanio Martinengo, Stefano Guazzo e
Gio. Ambrogio Figino e s’aggira il dialogo sul tema se il fine della pittura sia l’utile, ovvero il diletto, e tratta
dell’uso di quella nel Cristianesimo; opera prolissa, ma non povera di buone erudizioni e utili notizie. Il
Martinengo fu fondatore dell’accademia degli Animosi in Padova e gran mecenate. Il Guazzo fondatore
dell’accademia degl’illustrati in Casale di Monferrato, il Figino eccellente artista scolare di Leonardo i cui
disegni sono preziosissimi, e ricercatissimi.
L’edizione è stampata con bellissimi caratteri. Gl’interlocutori sono D. Ascanio Martinengo, Stefano Guazzo e
Gio. Ambrogio Figino e s’aggira il dialogo sul tema se il fine della pittura sia l’utile, ovvero il diletto, e tratta
dell’uso di quella nel Cristianesimo; opera prolissa, ma non povera di buone erudizioni e utili notizie. Il
Martinengo fu fondatore dell’accademia degli Animosi in Padova e gran mecenate. Il Guazzo fondatore
dell’accademia degl’illustrati in Casale di Monferrato, il Figino eccellente artista scolare di Leonardo i cui
disegni sono preziosissimi, e ricercatissimi.
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17
Esemplare, che dalla biblioteca di Felibien passò a quella di Mariette e di d’Agincourt, con illustrazioni
manoscritte in principio, e note marginali.
Esemplare, che dalla biblioteca di Felibien passò a quella di Mariette e di d’Agincourt, con illustrazioni
manoscritte in principio, e note marginali.
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Una lunga prefazione di 78 pagine dell’editore intende alla confutazione dei 3 volumi veramente zeppi di errori
sulle pitture di Roma stampati in Amsterdam da Hermano Wytwer nel 1728.
Una lunga prefazione di 78 pagine dell’editore intende alla confutazione dei 3 volumi veramente zeppi di errori
sulle pitture di Roma stampati in Amsterdam da Hermano Wytwer nel 1728.
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In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo
esemplare.
In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo
esemplare.
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In questi noiosissimi dialoghi pieni di complimenti, si trovano coll’esercizio dalla pazienza molte notizie delle
opere e degli artisti siciliani, del quali abbiamo pochi scrittori.
In questi noiosissimi dialoghi pieni di complimenti, si trovano coll’esercizio dalla pazienza molte notizie delle
opere e degli artisti siciliani, del quali abbiamo pochi scrittori.
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Opera superficiale.
Opera superficiale.
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Questa versione e quest’apologia vennero fatte da questi ottimi toscani affine di vendicare il divino Michelangelo
dal 21 le ingiuriose sentenze, con cui viene attaccato nell’opera di Fréart, il quale autore era però assai
conosciuto e lodato per il suo bellissimo Parallele de l’architecture antique et de la moderne, e per la magnifica
edizione del Trattato di Leonardo.
Questa versione e quest’apologia vennero fatte da questi ottimi toscani affine di vendicare il divino Michelangelo
dal 21 le ingiuriose sentenze, con cui viene attaccato nell’opera di Fréart, il quale autore era però assai
conosciuto e lodato per il suo bellissimo Parallele de l’architecture antique et de la moderne, e per la magnifica
edizione del Trattato di Leonardo.
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Il traduttore, che intitola il libro a Mons. Sanseverino, è il Sig. Luigi Especo.
Il traduttore, che intitola il libro a Mons. Sanseverino, è il Sig. Luigi Especo.
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Questo colto signore era dotato del giusto senso delle arti e lo esprimeva in ogni opera sua.
Questo colto signore era dotato del giusto senso delle arti e lo esprimeva in ogni opera sua.
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Il metodo suggerito in questo opuscolo è il più facile e sicuro.
Il metodo suggerito in questo opuscolo è il più facile e sicuro.
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Libro superficiale, di cattiva e scorretta edizione, il quale non è formato però, né estratto dall’altro di Federico
Zuccheri, parimente stampato in Torino 1607 che porta quasi lo stesso titolo.
Libro superficiale, di cattiva e scorretta edizione, il quale non è formato però, né estratto dall’altro di Federico
Zuccheri, parimente stampato in Torino 1607 che porta quasi lo stesso titolo.
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Questo frontespizio fu cangiato nel corso della stessa edizione e trovasi in pochi esemplari.
Questo frontespizio fu cangiato nel corso della stessa edizione e trovasi in pochi esemplari.
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La fantasia e la dottrina dell’autore gli aprirono un campo in questo soggetto, sul quale spaziava senza
freno, siccome suoleva in ogni altra cosa poetica.
La fantasia e la dottrina dell’autore gli aprirono un campo in questo soggetto, sul quale spaziava senza
freno, siccome suoleva in ogni altra cosa poetica.
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Trovasi in fine del catalogo delle pitture esistenti presso il marchese Manfredini, M 104.
Trovasi in fine del catalogo delle pitture esistenti presso il marchese Manfredini, M 104.
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– Aggiuntevi: Riflessioni sull’olio combinato da dipingere suggerite ai docili pittori, nella
dissertazione stampata nel tomo 6 della Società italiana,
1793.
– Aggiuntovi: Antichità, vantaggi e metodo della pittura encausta,
Venezia
1800.
,
– Aggiuntovi: Della pittura colla cera all’encausto, Memoria, Venezia
1786,
in 8.
,
– Aggiuntevi: Riflessioni sull’olio combinato da dipingere suggerite ai docili pittori, nella
dissertazione stampata nel tomo 6 della Società italiana,
1793.
– Aggiuntovi: Antichità, vantaggi e metodo della pittura encausta,
Venezia
1800.
,
– Aggiuntovi: Della pittura colla cera all’encausto, Memoria, Venezia
1786,
in 8.
,
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Operetta rifusa nella seguente.
Operetta rifusa nella seguente.
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Gli interlocutori sono Mengs e Winkelmann, che appunto con altri uomini sommi contribuivano, allora che
l’autore pubblicò quest’opera, al risorgimento delle arti; e Piranesi, e Canova, e Flaxman, e David, e Pikler, e
Morghen, e Volpato, e cento altri elevavano precisamente le arti dalla lor 29 decadenza. Singolarissima è una
dissertazione.
Gli interlocutori sono Mengs e Winkelmann, che appunto con altri uomini sommi contribuivano, allora che
l’autore pubblicò quest’opera, al risorgimento delle arti; e Piranesi, e Canova, e Flaxman, e David, e Pikler, e
Morghen, e Volpato, e cento altri elevavano precisamente le arti dalla lor 29 decadenza. Singolarissima è una
dissertazione.
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L’anonimo autore è il D. Araldi modonese segretario dell’Istituto Nazionale Italiano.
L’anonimo autore è il D. Araldi modonese segretario dell’Istituto Nazionale Italiano.
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Quest’elegante opuscoletto fu intitolato al doge Francesco Donato, come a vero mecenate delle arti.
Quest’elegante opuscoletto fu intitolato al doge Francesco Donato, come a vero mecenate delle arti.
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Nelle quattro parti in cui è diviso questo libro sono epilogate una quantità di nozioni teoriche e storiche e una
quantità immensa di sentenze e di giudizi, che la brevità dell’opera non ha permesso giustificare.
Nelle quattro parti in cui è diviso questo libro sono epilogate una quantità di nozioni teoriche e storiche e una
quantità immensa di sentenze e di giudizi, che la brevità dell’opera non ha permesso giustificare.
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Questo esame fu diretto dall’autore al sig. Luigi Lanzi.
Questo esame fu diretto dall’autore al sig. Luigi Lanzi.
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Divaga in questo primo volume l’autore in una varietà di materie, sulle fisionomie, sulle opere di Camper, sul
bello ideale, sull’origine del capitello corintio e sui giuochi dell’anfiteatro di Vespasiano; ma dopo questo primo
volume non diede altro alla luce.
Divaga in questo primo volume l’autore in una varietà di materie, sulle fisionomie, sulle opere di Camper, sul
bello ideale, sull’origine del capitello corintio e sui giuochi dell’anfiteatro di Vespasiano; ma dopo questo primo
volume non diede altro alla luce.
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È opera del marchese Ridolfino Venuti: lo dice il Lanzi, Storia Pitt., t. VI, pag. 194.
È opera del marchese Ridolfino Venuti: lo dice il Lanzi, Storia Pitt., t. VI, pag. 194.
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Rarissimo opuscoletto che non si direbbe completo in questa prima edizione, poiché dalla lettera del Vitali a
Cristoforo Sorte, che leggesi dopo l’avviso ai lettori, pare che dovesse andarvi annessa una memoria sulle
antichità di Verona, la quale però non fu pubblicata in questa edizione. L’opuscolo non eccede le 18 carte; ed a
retro delle pagine segnate 15 e 16 dovevano essere stampate due figure esplicative del testo, che non vi sono
benché sia lasciato in bianco lo spazio. Questo Cristoforo Sorte veronese fu molto consultato dalla signoria di
Venezia per le sue estese cognizioni in materia d’arti e della statica degli edifizi e sopra tutto delle cose
idrauliche.
Rarissimo opuscoletto che non si direbbe completo in questa prima edizione, poiché dalla lettera del Vitali a
Cristoforo Sorte, che leggesi dopo l’avviso ai lettori, pare che dovesse andarvi annessa una memoria sulle
antichità di Verona, la quale però non fu pubblicata in questa edizione. L’opuscolo non eccede le 18 carte; ed a
retro delle pagine segnate 15 e 16 dovevano essere stampate due figure esplicative del testo, che non vi sono
benché sia lasciato in bianco lo spazio. Questo Cristoforo Sorte veronese fu molto consultato dalla signoria di
Venezia per le sue estese cognizioni in materia d’arti e della statica degli edifizi e sopra tutto delle cose
idrauliche.
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In questa seconda edizione, più rara ancor della rima, è ristampato l’avviso ai lettori ove partecipa il ritrovamento
della Cronichetta, scritta nel 1388 che intitola particolarmente con lettera al Giusti, riportando anche l’altra
dedica delle Osservazioni al Vitali: ed ai luoghi ove dovrebbero essere due figure esplicative del testo, la prima
no si trova, lasciando vuoto lo spazio e la seconda è intagliata e stampata tutta pagina. L’opuscolo in tutto esser
deve di 17 foglietti, cioè 34 carte.
In questa seconda edizione, più rara ancor della rima, è ristampato l’avviso ai lettori ove partecipa il ritrovamento
della Cronichetta, scritta nel 1388 che intitola particolarmente con lettera al Giusti, riportando anche l’altra
dedica delle Osservazioni al Vitali: ed ai luoghi ove dovrebbero essere due figure esplicative del testo, la prima
no si trova, lasciando vuoto lo spazio e la seconda è intagliata e stampata tutta pagina. L’opuscolo in tutto esser
deve di 17 foglietti, cioè 34 carte.
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L’Ottonelli da Fano e il Berettini da Cortona, l’uno teologo e l’altro pittore, ascosero per cristiana modestia il
loro nome transfuso in sciocchi anagrammi nel frontispizio, Odominigio Lelonotti da Fanano e Britio Prenetteri.
Vi è più erudizione teologica che arte e nessuna cosa che non sia stata da altri prima di loro pubblicata.
L’Ottonelli da Fano e il Berettini da Cortona, l’uno teologo e l’altro pittore, ascosero per cristiana modestia il
loro nome transfuso in sciocchi anagrammi nel frontispizio, Odominigio Lelonotti da Fanano e Britio Prenetteri.
Vi è più erudizione teologica che arte e nessuna cosa che non sia stata da altri prima di loro pubblicata.
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Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla
regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del
disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono
preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di
accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione
francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla
regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del
disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono
preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di
accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione
francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
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Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
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Il chiaro sig. ab. Francesco Fontani trovò nella Riccardiana il manoscritto di Leonardo e lo credette di mano di
Stefano della Bella con figure marginali illustrate e segnate da questo valente intagliatore e conoscendo che
l’edizione italiana di Parigi era tradotta da un manoscritto scorretto, e le figure erano alterate per voler
ombreggiarle, verificando che Freart portò troppe alterazioni al trattato nella sua versione francese, senza be
intendere in tutti i luoghi del testo di 39 Leonardo; verificando che l’edizione italiana di Napoli del 1733 e
l’altra di Bologna del 1786 non erano che materiali ristampe di quella di Parigi, diverse soltanto nell’infelicità
delle tavole, senza correggere alcuno degli errori nell’antica trascorsi, pubblicò il codice di Stefano della Bella. A
questo aggiunse le memorie intorno a Leonardo e intorno lo stesso Stefano coi rispettivi ritratti e molte note e
una bella lezione accademica del Lami intorno agli artisti che fiorirono dal 1000 al 1300.
Il chiaro sig. ab. Francesco Fontani trovò nella Riccardiana il manoscritto di Leonardo e lo credette di mano di
Stefano della Bella con figure marginali illustrate e segnate da questo valente intagliatore e conoscendo che
l’edizione italiana di Parigi era tradotta da un manoscritto scorretto, e le figure erano alterate per voler
ombreggiarle, verificando che Freart portò troppe alterazioni al trattato nella sua versione francese, senza be
intendere in tutti i luoghi del testo di 39 Leonardo; verificando che l’edizione italiana di Napoli del 1733 e
l’altra di Bologna del 1786 non erano che materiali ristampe di quella di Parigi, diverse soltanto nell’infelicità
delle tavole, senza correggere alcuno degli errori nell’antica trascorsi, pubblicò il codice di Stefano della Bella. A
questo aggiunse le memorie intorno a Leonardo e intorno lo stesso Stefano coi rispettivi ritratti e molte note e
una bella lezione accademica del Lami intorno agli artisti che fiorirono dal 1000 al 1300.
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Sta fra la collezione de’ classici italiani.
Sta fra la collezione de’ classici italiani.
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Questo codice esisteva nella libreria dei duchi d’Urbino, e per la morte di Francesco M. della Rovere passò cogli
stati al dominio pontificio. Le figure furono lumeggiate dal codice senza la biasimevole, che vedesi nell’edizione
di Parigi per opera del pittore Errard. Può questo ritenersi per l’edizione la più ampia e corretta a seconda
dell’antico originale. Questo diligente editore estese anche la vita di Leonardo in 28 pagine e pose al fine alcune
note al trattato estese dal sig. Giovanni Gherardo de’ Rossi; e prima delle tavole è il ritratto di Leonardo.
Questo codice esisteva nella libreria dei duchi d’Urbino, e per la morte di Francesco M. della Rovere passò cogli
stati al dominio pontificio. Le figure furono lumeggiate dal codice senza la biasimevole, che vedesi nell’edizione
di Parigi per opera del pittore Errard. Può questo ritenersi per l’edizione la più ampia e corretta a seconda
dell’antico originale. Questo diligente editore estese anche la vita di Leonardo in 28 pagine e pose al fine alcune
note al trattato estese dal sig. Giovanni Gherardo de’ Rossi; e prima delle tavole è il ritratto di Leonardo.
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La modestia, che non permise a questa dama assai colta e distinta se non di porre le iniziali del suo nome nella
dedica della versione alla sig. Elisabetta Foscarini, non toglierà che da noi si sveli il nome della nob. D. sig.
Maria Querint Stampalia, nata Lippamano, versatissima nelle arti del disegno e nelle amene lettere, oltre le solide
qualilità di cuore e di spirito che la costituiscono uno de’ principali ornamenti della sua patria.
La modestia, che non permise a questa dama assai colta e distinta se non di porre le iniziali del suo nome nella
dedica della versione alla sig. Elisabetta Foscarini, non toglierà che da noi si sveli il nome della nob. D. sig.
Maria Querint Stampalia, nata Lippamano, versatissima nelle arti del disegno e nelle amene lettere, oltre le solide
qualilità di cuore e di spirito che la costituiscono uno de’ principali ornamenti della sua patria.
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