The Digital Cicognara Library

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1627. CICOGNARA Leopoldo, Prose in occasione di varie acclamatissime nozze, seguite in Padova, ove si tratta della Grazia, dell’Acconciatura del capo femminile, e della Persuasione, Venezia 1818, in 4.
Edizione di 100 esemplari.
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2661. CICOGNARA Leopoldo, Estratto dell’opera del signor Quatremere de Quirci intitolata: Il Giove Olimpico, ossia l’arte della scultura antica, considerata sotto un nuovo punto di vista, Venezia 1817, in 8, fig.
Intitolato ad Antonio Canova con una tavola in principio. Esemplare in carta velina rosea.
Intitolato ad Antonio Canova con una tavola in principio. Esemplare in carta velina rosea.
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3493. CICOGNARA, Lettera sulla statua rappresentante la Polinnia di Antonio Canova, Venezia 1817, in 8, fig., M. 101 con una tavola.
Questo insigne marmo fu fatto eseguire dalle Provincie Venete e da noi presentato in nome di esse all’Imperatrice di Austria.
Questo insigne marmo fu fatto eseguire dalle Provincie Venete e da noi presentato in nome di esse all’Imperatrice di Austria.
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3494. CICOGNARA, Schleghel, Mustoxidi, Dandolo, Ciampi , Collezione d’opuscoli intorno ai cavalli di S. Marco: sono otto dissertazioni, In Venezia e in Firenze, in Padova e in Varsavia, M. 79.
Nel 1815, mentre furono rimessi all’antica loro sede i quattro cavalli reduci da Parigi, noi pubblicammo una breve memoria che dai due dotti Schlegel e Mustoxidi fu attaccata con forza, volendosi da loro impugnare che potessero essere opera romana e volendo divinizzarli come esimio lavoro della Grecia. Un giovinetto, discendente da quell’Enrico Dandolo che conquistò Costantinopoli e mandò i cavalli a Venezia, credette di esporre le sue opinioni in opposizione dei due letterati suddetti e dal secondo fu non solo confutato, ma crudel 156 mente deriso; non tacque il giovine patrizio e si stamparono varj scritti. Noi crediamo di avere a tutto risposto in una nota del 3 tomo della Storia della Scultura, la quale in ottavo riprodotta di trova qui unita. E il sig. Ciampi da Varsavia aggiunse anche la sua alle nostre opinioni.
Nel 1815, mentre furono rimessi all’antica loro sede i quattro cavalli reduci da Parigi, noi pubblicammo una breve memoria che dai due dotti Schlegel e Mustoxidi fu attaccata con forza, volendosi da loro impugnare che potessero essere opera romana e volendo divinizzarli come esimio lavoro della Grecia. Un giovinetto, discendente da quell’Enrico Dandolo che conquistò Costantinopoli e mandò i cavalli a Venezia, credette di esporre le sue opinioni in opposizione dei due letterati suddetti e dal secondo fu non solo confutato, ma crudel 156 mente deriso; non tacque il giovine patrizio e si stamparono varj scritti. Noi crediamo di avere a tutto risposto in una nota del 3 tomo della Storia della Scultura, la quale in ottavo riprodotta di trova qui unita. E il sig. Ciampi da Varsavia aggiunse anche la sua alle nostre opinioni.
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