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58. VOSSÙ Gerardi Joannis, De quatuor artibus popularibus; de philologia et scientiis mathematicis, Amsterdam 1660, in 4.
Nel primo di questi tre libri sono quattro trattati di grammatica, di ginnastica, di musica e di pittura. La filologia è trattata in seguito con altro frontespizio e ricominciando il numero delle pagine e lo stesso è fatto per l’ultima opera intitolata de univeræ Matheseos natura et constitutione liber, cui subiungitur chronologia mathematicorum. Stesso luogo ed anno.
Nel primo di questi tre libri sono quattro trattati di grammatica, di ginnastica, di musica e di pittura. La filologia è trattata in seguito con altro frontespizio e ricominciando il numero delle pagine e lo stesso è fatto per l’ultima opera intitolata de univeræ Matheseos natura et constitutione liber, cui subiungitur chronologia mathematicorum. Stesso luogo ed anno.
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91. BOSSE Abram, Le peintre converti aux précises et universelles regles de son art, avec un raisonnement abregé au sujet des tableaux, etc., Paris 1667, in 8.
127. FRÉART Roland Sieur de Cambray, Idée de la perfection de la peinture demontrée par les principes de l’art et par les exemple, Au Mans 1662, in 8.
Edizione prima originale resa assai rara; esemplare magnifico in vit. dor. Ecco come il Bossi a pag. 251 del cenacolo di Leonardo giudica questo autore. Certamente se il Fréart avesse voluto giudicare degli artefici della sua nazione coi modi impiegati a giudicare il Buonarroti, credo avrebbe trovato il vocabolario sterile di termini ingiuriosi, e villani.
Edizione prima originale resa assai rara; esemplare magnifico in vit. dor. Ecco come il Bossi a pag. 251 del cenacolo di Leonardo giudica questo autore. Certamente se il Fréart avesse voluto giudicare degli artefici della sua nazione coi modi impiegati a giudicare il Buonarroti, credo avrebbe trovato il vocabolario sterile di termini ingiuriosi, e villani.
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137. GRIMALDO Francisci Marire, De lumine, coloribus et iride, aliisque adnexis, libri duo, Bononiae 1665 in 4.
Le nozioni fisiche espresse in quest’epoca rendono sterile agli usi dell’arte una tal opera.
Le nozioni fisiche espresse in quest’epoca rendono sterile agli usi dell’arte una tal opera.
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204. SCANELLI Francesco da Forlì, Il microcosco della33 pittura. Trattato diviso in due libri, Cesena, per il Neri, 1657, in 4. Dedicato a Francesco d’Este duca di Modena. Esemplare intonso.
Libro ripieno di buone notizie. Nel principio deve trovarsi una stampa, ove in alto è lo stemma di casa d’Este sostenuto da vari geni. La pittura assisa sull’arco dell’iride e tre figure ignude coi loro attributi nel basso, rappresentanti le tre scuole: romana, veneta e lombarda. Ivi leggesi Io Franc. Centen. Inv. Mucius Centen Sculp.
Libro ripieno di buone notizie. Nel principio deve trovarsi una stampa, ove in alto è lo stemma di casa d’Este sostenuto da vari geni. La pittura assisa sull’arco dell’iride e tre figure ignude coi loro attributi nel basso, rappresentanti le tre scuole: romana, veneta e lombarda. Ivi leggesi Io Franc. Centen. Inv. Mucius Centen Sculp.
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222. TRATTATO della pittura e scultura, uso ed abuso loro, composto da un teologo e da un pittore per offerirlo ai sigg. accademici del disegno di Firenze e di altre città ec., Firenze 1652, in 4.
L’Ottonelli da Fano e il Berettini da Cortona, l’uno teologo e l’altro pittore, ascosero per cristiana modestia il loro nome transfuso in sciocchi anagrammi nel frontispizio, Odominigio Lelonotti da Fanano e Britio Prenetteri. Vi è più erudizione teologica che arte e nessuna cosa che non sia stata da altri prima di loro pubblicata.
L’Ottonelli da Fano e il Berettini da Cortona, l’uno teologo e l’altro pittore, ascosero per cristiana modestia il loro nome transfuso in sciocchi anagrammi nel frontispizio, Odominigio Lelonotti da Fanano e Britio Prenetteri. Vi è più erudizione teologica che arte e nessuna cosa che non sia stata da altri prima di loro pubblicata.
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231. De VINCI Leonard, Traité de la peinture donné au public et traduit d’italien en françois par R. F. S. D. C., Paris, chez Langlois, 1651, fol fig.
Questa è la prima versione francese che comparve nello stesso anno dell’originale con diverse infedeltà ed omissioni nella parte del testo. Le tavole sono le stesse ma tirate dopo l’edizione italiana.
Questa è la prima versione francese che comparve nello stesso anno dell’originale con diverse infedeltà ed omissioni nella parte del testo. Le tavole sono le stesse ma tirate dopo l’edizione italiana.
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232. Da VINCI Lionardo, Trattato della pittura nuovamente dato in luce colla vita dell’istesso autore scritta da Raffaello Dufresne, Parigi, presso Giacomo Langlois, 1651, fol. fig.
Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
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258. Evelyn Jean., Sculptura, or the history and art of calchography and engraving in copper. With an ample enumeration of the most renowned masters and their works etc., London 1662, in 9, figurato. Colla stampa del Principe Roberto e con l’elegante frontispizio intagliato da A Hertocks, come è detto a pag. 81.
Nel nostro legato in marocchino dorato, trovasi scritto di mano di Mariette come segue: «Cette histoire de la gravure par Jean Evelyn est introuvable même en Angleterre, où le livre a été imprimé: mais il faut l’avoir complette et c’est encore une difficulté; car la planche gravé par le Prince Robert y manque presque toujours. Il est arrivé souvente que les curieux l’en ont otée pour en enrichir leurs recucils d’estampes; c’est cependant la principale singularité du livre, dans le quel il est parlé pour la premère fois et avec mystere de la gravure en manière noire ou mezzo tinto et comme d’un secret qui n’était pas encore pubblié. On en fait honneur au Prince Robert, comte Palatin du Rhin, et l’on ent étoit d’autant plus persuadé qu’il venoit d’apporter en Angleterre cette nouvelle manière de graver: cependant dans l’exacte verité l’invention étoit d’un officier allemand, nommè L. de Siegen, qui servoit dans l’armée du Landgrave de Hesse et qui fit présent de son secret au Prince Robert. Celui-ci aidé par Waillant ne fit que le perfectionner, et sos ses auspices cette gravure se fixa en Angleterre, et y fit de tels progrès que c’est de tous les pays celui où elle a été le plus goutée et le plus cultivé. On a trové a la page 131 de cet ouvrage une énumeration des pièces gravés en manière noire par le Prince Robert. Ce sont autant de chefs-d’oeuvre et qui sont en même tems de la plus grande rareté. Je les ai presque toutes. La plus considerable a été gravée à Francfort en 1658. C’est une décollation de S. Jean Baptiste d’après M. Ange de Caravaggio.» Fin qui di mano autografa del primo possessore.
Nel nostro legato in marocchino dorato, trovasi scritto di mano di Mariette come segue: «Cette histoire de la gravure par Jean Evelyn est introuvable même en Angleterre, où le livre a été imprimé: mais il faut l’avoir complette et c’est encore une difficulté; car la planche gravé par le Prince Robert y manque presque toujours. Il est arrivé souvente que les curieux l’en ont otée pour en enrichir leurs recucils d’estampes; c’est cependant la principale singularité du livre, dans le quel il est parlé pour la premère fois et avec mystere de la gravure en manière noire ou mezzo tinto et comme d’un secret qui n’était pas encore pubblié. On en fait honneur au Prince Robert, comte Palatin du Rhin, et l’on ent étoit d’autant plus persuadé qu’il venoit d’apporter en Angleterre cette nouvelle manière de graver: cependant dans l’exacte verité l’invention étoit d’un officier allemand, nommè L. de Siegen, qui servoit dans l’armée du Landgrave de Hesse et qui fit présent de son secret au Prince Robert. Celui-ci aidé par Waillant ne fit que le perfectionner, et sos ses auspices cette gravure se fixa en Angleterre, et y fit de tels progrès que c’est de tous les pays celui où elle a été le plus goutée et le plus cultivé. On a trové a la page 131 de cet ouvrage une énumeration des pièces gravés en manière noire par le Prince Robert. Ce sont autant de chefs-d’oeuvre et qui sont en même tems de la plus grande rareté. Je les ai presque toutes. La plus considerable a été gravée à Francfort en 1658. C’est une décollation de S. Jean Baptiste d’après M. Ange de Caravaggio.» Fin qui di mano autografa del primo possessore.
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J’ajoute que M. Walpole p. 95 du V tom. de ses anecdotes of painting ed. in 8 cite une nouvelle édition de cet ouvrage. (d’Agincourt – Mano Propria)
J’ajoute que M. Walpole p. 95 du V tom. de ses anecdotes of painting ed. in 8 cite une nouvelle édition de cet ouvrage. (d’Agincourt – Mano Propria)
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Trovasi in questo nostro esemplare, di mano diversa da quella di Mariette, la versione esatta e ricorretta di tutto il capitolo VI in francese, oltre quella delle due pagine 130 e 131, e poi in fine ripiglia di mano di Mariette come più sotto. Sembra che questo fosse l’abbozzo in carta volante di quanto abbiamo riportato più sopra, da lui diligentemente trascritto nelle pagine che precedono la stampa del testo, ma il lettore gradirà anche di avere il primo pensiere di quest’uomo chiarissimo e classico in tal sorta di giudizi.
Trovasi in questo nostro esemplare, di mano diversa da quella di Mariette, la versione esatta e ricorretta di tutto il capitolo VI in francese, oltre quella delle due pagine 130 e 131, e poi in fine ripiglia di mano di Mariette come più sotto. Sembra che questo fosse l’abbozzo in carta volante di quanto abbiamo riportato più sopra, da lui diligentemente trascritto nelle pagine che precedono la stampa del testo, ma il lettore gradirà anche di avere il primo pensiere di quest’uomo chiarissimo e classico in tal sorta di giudizi.
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«La gravure en manière noire étoit une invention nouvelle pour l’Angleterre dans le tems que Evelyn écrivoit son traité de la gravure un 1662: c’est pourquoi il affecte d’en parler d’une façon si énigmatique. Il vouloit par la exciter la curiosité des artistes et des connoisseurs. Il est cependant vrai que cette manière de graver avoit été trouvé en Allemagne, il y avoit deja plusieurs années. Un gentilhomme de l’electorat de Cologne nommé L. A. Siegen en avoit fait l’essai, du quel j’avois eu quelque pièces et quelque portrait, et l’on aperçoit aisément que ce sont les ouvrages d’un homme qui tente un secret dont il est l’inventeur, au lieu de dans ce que fait le Prince Robert, on s’aperçoit qu’il a perfectionné le secret et qu’il en est tout à fait le maître, outre qu’il y regne une grande intelligence, ce qui viente ou de ce que le Prince étoit bien conduit, ou qu’il avoit lui même une grande connoissance de la peinture et sur tout de la partie du clair obscur. Je ne puis au reste pas imaginer qu’il n’ait été aidé par quelqu’habile homme. Les personnes d’un rang aussi distingué que ce prince ne manquent pas de gens qui se font honneur de les guider, et qui leur laissent volontiers tout l’honneur du travail. Qui sait si ce n’étoit Waillant lui-même à qui on dit que le prince communiqua bien tot son secret.»
«La gravure en manière noire étoit une invention nouvelle pour l’Angleterre dans le tems que Evelyn écrivoit son traité de la gravure un 1662: c’est pourquoi il affecte d’en parler d’une façon si énigmatique. Il vouloit par la exciter la curiosité des artistes et des connoisseurs. Il est cependant vrai que cette manière de graver avoit été trouvé en Allemagne, il y avoit deja plusieurs années. Un gentilhomme de l’electorat de Cologne nommé L. A. Siegen en avoit fait l’essai, du quel j’avois eu quelque pièces et quelque portrait, et l’on aperçoit aisément que ce sont les ouvrages d’un homme qui tente un secret dont il est l’inventeur, au lieu de dans ce que fait le Prince Robert, on s’aperçoit qu’il a perfectionné le secret et qu’il en est tout à fait le maître, outre qu’il y regne une grande intelligence, ce qui viente ou de ce que le Prince étoit bien conduit, ou qu’il avoit lui même une grande connoissance de la peinture et sur tout de la partie du clair obscur. Je ne puis au reste pas imaginer qu’il n’ait été aidé par quelqu’habile homme. Les personnes d’un rang aussi distingué que ce prince ne manquent pas de gens qui se font honneur de les guider, et qui leur laissent volontiers tout l’honneur du travail. Qui sait si ce n’étoit Waillant lui-même à qui on dit que le prince communiqua bien tot son secret.»
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271. BORRONI Giovanni Andrea, Delle statue, Roma 1661, in 4, fig.
Sono in questo volume 12 statue disegnate da Lazaro Baldi, editore della famosa vita di San Lazaro monaco e pittore (Vedi fra le vite degli artisti) e intagliate da Francesco Spiere e altri buoni artisti, e una 13 tavola che rappresenta le due colonne Antonina e Traiana, e il frontispizio figurato di accurata e nitida esecuzione. Il testo dell’opera è senza critica, esteso secondo le viste di un dottor teologo, com’era questo frate e nulla più.
Sono in questo volume 12 statue disegnate da Lazaro Baldi, editore della famosa vita di San Lazaro monaco e pittore (Vedi fra le vite degli artisti) e intagliate da Francesco Spiere e altri buoni artisti, e una 13 tavola che rappresenta le due colonne Antonina e Traiana, e il frontispizio figurato di accurata e nitida esecuzione. Il testo dell’opera è senza critica, esteso secondo le viste di un dottor teologo, com’era questo frate e nulla più.
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