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Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve
una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro
disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a
un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve
una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro
disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a
un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
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, Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste
l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di
Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti
esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il
libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi
otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di
sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le
differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata
nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il
volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z
inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a
contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F,
T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole
sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti
segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da
Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di
riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118.
Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono
d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il
quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte;
e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il
testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili
o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi
sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre
variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili.
Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle
medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense
volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera
sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo
d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo
Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione
sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore
dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò
di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme
con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne
lavoro.
Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste
l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di
Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti
esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il
libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi
otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di
sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le
differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata
nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il
volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z
inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a
contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F,
T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole
sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti
segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da
Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di
riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118.
Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono
d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il
quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte;
e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il
testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili
o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi
sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre
variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili.
Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle
medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense
volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera
sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo
d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo
Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione
sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore
dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò
di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme
con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne
lavoro.
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Sonovi 15 grandi tavole in doppio foglio intagliate con qualche gusto segnate con cifra N. S. e colorate a mano, il
che serve mirabilmente al costume ed al carattere di quei tem 235 pi. Questo è il più raro e più prezioso libro
che conosciamo, specialmente in quel secolo, in materia di feste.
Sonovi 15 grandi tavole in doppio foglio intagliate con qualche gusto segnate con cifra N. S. e colorate a mano, il
che serve mirabilmente al costume ed al carattere di quei tem 235 pi. Questo è il più raro e più prezioso libro
che conosciamo, specialmente in quel secolo, in materia di feste.
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MDLXVIII
, Matteo Merlati intagliò le numerose tavole di quest’opera richissima, così disposte. Cominciano due seguiti di
testo, il primo di 40; il secondo di 65 pagine: viene un seguito poi di 20tav. intagliate, un secondo di 17, un terzo
di 8 e in fine un altro di 36 in tutto tavole 81 rappresentanti cavalcate, tornei, marcie e in fine fuochi d’artificio; e
la veduta dell’antico Stuttgard.
Matteo Merlati intagliò le numerose tavole di quest’opera richissima, così disposte. Cominciano due seguiti di
testo, il primo di 40; il secondo di 65 pagine: viene un seguito poi di 20tav. intagliate, un secondo di 17, un terzo
di 8 e in fine un altro di 36 in tutto tavole 81 rappresentanti cavalcate, tornei, marcie e in fine fuochi d’artificio; e
la veduta dell’antico Stuttgard.
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MDCXVIII
Sono 24 grandissime tavole in rame singolar 249 mente piegate a fine di ridurle al foglio piccolo a’ piè di
ognuna delle quali sta riportato il testo relativo.
Sono 24 grandissime tavole in rame singolar 249 mente piegate a fine di ridurle al foglio piccolo a’ piè di
ognuna delle quali sta riportato il testo relativo.
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MDCLX
Con trenta tavole in rame e la musica pel balletto a cavallo e le descrizioni e le 4 tavole pel fuoco d’artifizio.
Con trenta tavole in rame e la musica pel balletto a cavallo e le descrizioni e le 4 tavole pel fuoco d’artifizio.
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MDCLXVIII
, Sono in questo volume 18 tavole fra le quali i 10 ritratti della famiglia imperiale intagliati da Montalegre con
bassa mediocrità.
Sono in questo volume 18 tavole fra le quali i 10 ritratti della famiglia imperiale intagliati da Montalegre con
bassa mediocrità.
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MDCCXIII
In questo assai grosso volume di circa mille pagine sono compresi tutti gli atti pubblici precedenti e susseguenti
l’incoronazione e l’elezione. Cominciano le tavole col frontespizio, seguono 15 ritratti, e 18 grandi tavole
intagliate da mediocri artisti con molta e dispendiosa cura.
In questo assai grosso volume di circa mille pagine sono compresi tutti gli atti pubblici precedenti e susseguenti
l’incoronazione e l’elezione. Cominciano le tavole col frontespizio, seguono 15 ritratti, e 18 grandi tavole
intagliate da mediocri artisti con molta e dispendiosa cura.
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MDCCLXIV
Questo nostro esemplare che appartenne alla biblioteca di Mariette, poi a quella del C. d’Agincourt fu oggetto di
molte cure del primo suo possessor e venendo riguardato da lui come pregiatissima e bellissima cosa, crediamo
di far gustare agli amatori le illustrazioni stesse, che estese di pugno di Mariette, trovami annesso a questo nostro
esemplare.
Il y a eu trois éditions du livre des habillemens turcs par Melchior Lorich.
La premier qui est la nôtre est de l’année 1626 à Hambourg chez Michel Hering.
La seconde est de l’année 1641 aussi à Hambourg, chez Tobie Gunderman.
La troisième imprimée dans le même libraire et chez le mé-me libraire, porte la date de 1646. A cette drrniere
édition il y a au commencement et de plus qu’aux deux autres, une table imprimée en allemand, qui est une
explication des figures, prise sur le MS. même de l’auteur: mais il est assez difficile d’en faire usage, car les
figures n’étant point chiffrées, ne se trouvent presque jamais rangées comme la table, dans laquelle ces figures
sont cependant indiquées par des chiffres qui sont supposées devoir se rencontrer sur les planches. Il seroit bien à
sonhaiter qu’on eut eu l’attention de les y mettre; car si quelques estampes demandent une explication, ce sont
sur tout celles qui représentent de vues d’edifi 292 ces existains et des habillemens des nations, tels que sont
ceux que Melchior Lorich a représentées ici, après les avoir dessinées avec autant d’exactitude que de goût sur
les lieux.
Nôtre exemplaire est plus ample que celui du roi d’une planche double qui represente la vue de la mosquée
apellée la Solimanie.
Celui du roi a de plus trois planches, l’une qui représente cet ornement d’orfévrerie dont le bonnet des Janissaires
est ordinairement paré par devant; la seconde qui est plus grande que toutes celles qui se trouvent dans le livre,
représente onze étendards ou quenes de chevaux ornées de handerolles, qui suivant ce qu’il en dit dans les
explications, furent portées à une procession qui se fit a Constantinople en 1558 dans le tems que Lorich étoit
dans cette ville; c’est une forte et belle chose, que je regrette fort de ne pas avoir: La 3 qui est encore une planche
double, représente un assemblage de divers bâtimens la plupart turcs, mais qui paroissoient avoir été faits de
génie, chacun est accompagné d’une lettre de renvoi: cependant cette planche n’est pas expliqué dans la table.
Enfin on trouve encore dans l’édition du roi une planche en bois sur laquelle est représenté le portrait de l’auteur,
fait en 1575 dans une éspéce de médaille placée au dessous de trois autres médailles qui renferment autant de
dévises propres à Melchior Lorich ou Lorch.
Voila en quoi consistent les différences qui se recontrent entre les deux exemplaires que je cite et qui ne
proviennent à mon avis, que de ce que les planches n’etant pas chiffrées, il étoit difficile de les assembler
régulièrement et en faire un corps bien complet. Ainsi je tiens que les deux exemplaires sont incomplets.
J’ajouterai que dans l’exemplaire de la bibliothéque du roi, ou a joint quatre planches gravées en cuivre par le
même Lorich et qui sont deux portraits, l’un en buste et l’autre en pied de l’Empereur Soliman et deux
semblables portraits d’Ismael, Ambassadeur du Sophi de Perse à la cour du dit Soliman, et une cinquième
planche représentante une Fortune gravée par Philippe Galle d’après le même Lorich, mais ce dernier morceau
est bien mauvais, tant pour la composition que pour le goût du dessein. Ce sont ces cinq pièces gravées en
cuivre, qui ont donné occasion de marquer dans les titres des éditions de 1641 et 1646 que ce recueil étoit
composé de planches gravées en bois et en cuivre. Elles ne font point cependant partie de ce recueil; ce sont des
morceaux détachés; et qui n’y ont été ajoutés qu’après coup, sans doute par le libraire pour donner à son edition
une supériorité sur la première édition.»
Ecco alla distesa il frontespizio d’una di queste edizioni tal come lo traduce lo stesso Mariette in un quaderno
ove presenta l’elenco numerato delle tavole parimente tradotto.
Figures dessinées et gravées à pied et à cheval avec plusieurs 293 beaux édifices à la maniere turque et
toutes autres choses qu’on peut y voir: par Melchior Lorichius de Flensbourg très-savant, très-renommé, et trèsexperimenté. Le tout d’après nature et suivant la perspective en cuivre, et en bois mise au jour pour la 3 fois
avec une table pour les figures, tirée de l’original manuscrit, presènté à tous les amateurs, peintres. sculpteurs,
graveurs à leur honneur et pour leur uilité., à Hambourg, chez Tobie Gounderman Libraire, en 1646.
Noi stessi personalmente abbiamo fatto l’esame dell’esemplare di Parigi alla Biblioteca R. e lo abbiamo
riconosciuto composto dai fragmenti dei due diversi esemplari della seconda e terza edizione, trovandosi in
principio il frontespizio colla data del 1646 e dopo quarantotto carte l’altro frontespizio colla data del 1641 e un
gran numero di tavole duplicate e ripetute senza ordine e senza scelta. Nel resto confronta con ciò che fu
riconosciuto dal diligentissimo Mariette. Abbiamo avuto cura di prendere un lucido esattissimo delle tre tavole
dei stendardi, delle fabbriche, e degli ornati d’oreficeria citate qui sopra, che abbiamo inserte nel nostro
conservatissimo e prezioso esemplare. È osservabile come i bibliografi più accreditati non diano cenno di
un’opera dalla quale tutti hanno preso e persino materialmente copiato nel produrre in una quantità di libri
posteriori le costumanze orientali. L’esemplare di questa prima edizione e composto di 114 tavole, nelle quali è
compreso il frontespizio.
Questo nostro esemplare che appartenne alla biblioteca di Mariette, poi a quella del C. d’Agincourt fu oggetto di
molte cure del primo suo possessor e venendo riguardato da lui come pregiatissima e bellissima cosa, crediamo
di far gustare agli amatori le illustrazioni stesse, che estese di pugno di Mariette, trovami annesso a questo nostro
esemplare.
Il y a eu trois éditions du livre des habillemens turcs par Melchior Lorich.
La premier qui est la nôtre est de l’année 1626 à Hambourg chez Michel Hering.
La seconde est de l’année 1641 aussi à Hambourg, chez Tobie Gunderman.
La troisième imprimée dans le même libraire et chez le mé-me libraire, porte la date de 1646. A cette drrniere
édition il y a au commencement et de plus qu’aux deux autres, une table imprimée en allemand, qui est une
explication des figures, prise sur le MS. même de l’auteur: mais il est assez difficile d’en faire usage, car les
figures n’étant point chiffrées, ne se trouvent presque jamais rangées comme la table, dans laquelle ces figures
sont cependant indiquées par des chiffres qui sont supposées devoir se rencontrer sur les planches. Il seroit bien à
sonhaiter qu’on eut eu l’attention de les y mettre; car si quelques estampes demandent une explication, ce sont
sur tout celles qui représentent de vues d’edifi 292 ces existains et des habillemens des nations, tels que sont
ceux que Melchior Lorich a représentées ici, après les avoir dessinées avec autant d’exactitude que de goût sur
les lieux.
Nôtre exemplaire est plus ample que celui du roi d’une planche double qui represente la vue de la mosquée
apellée la Solimanie.
Celui du roi a de plus trois planches, l’une qui représente cet ornement d’orfévrerie dont le bonnet des Janissaires
est ordinairement paré par devant; la seconde qui est plus grande que toutes celles qui se trouvent dans le livre,
représente onze étendards ou quenes de chevaux ornées de handerolles, qui suivant ce qu’il en dit dans les
explications, furent portées à une procession qui se fit a Constantinople en 1558 dans le tems que Lorich étoit
dans cette ville; c’est une forte et belle chose, que je regrette fort de ne pas avoir: La 3 qui est encore une planche
double, représente un assemblage de divers bâtimens la plupart turcs, mais qui paroissoient avoir été faits de
génie, chacun est accompagné d’une lettre de renvoi: cependant cette planche n’est pas expliqué dans la table.
Enfin on trouve encore dans l’édition du roi une planche en bois sur laquelle est représenté le portrait de l’auteur,
fait en 1575 dans une éspéce de médaille placée au dessous de trois autres médailles qui renferment autant de
dévises propres à Melchior Lorich ou Lorch.
Voila en quoi consistent les différences qui se recontrent entre les deux exemplaires que je cite et qui ne
proviennent à mon avis, que de ce que les planches n’etant pas chiffrées, il étoit difficile de les assembler
régulièrement et en faire un corps bien complet. Ainsi je tiens que les deux exemplaires sont incomplets.
J’ajouterai que dans l’exemplaire de la bibliothéque du roi, ou a joint quatre planches gravées en cuivre par le
même Lorich et qui sont deux portraits, l’un en buste et l’autre en pied de l’Empereur Soliman et deux
semblables portraits d’Ismael, Ambassadeur du Sophi de Perse à la cour du dit Soliman, et une cinquième
planche représentante une Fortune gravée par Philippe Galle d’après le même Lorich, mais ce dernier morceau
est bien mauvais, tant pour la composition que pour le goût du dessein. Ce sont ces cinq pièces gravées en
cuivre, qui ont donné occasion de marquer dans les titres des éditions de 1641 et 1646 que ce recueil étoit
composé de planches gravées en bois et en cuivre. Elles ne font point cependant partie de ce recueil; ce sont des
morceaux détachés; et qui n’y ont été ajoutés qu’après coup, sans doute par le libraire pour donner à son edition
une supériorité sur la première édition.»
Ecco alla distesa il frontespizio d’una di queste edizioni tal come lo traduce lo stesso Mariette in un quaderno
ove presenta l’elenco numerato delle tavole parimente tradotto.
Figures dessinées et gravées à pied et à cheval avec plusieurs 293 beaux édifices à la maniere turque et
toutes autres choses qu’on peut y voir: par Melchior Lorichius de Flensbourg très-savant, très-renommé, et trèsexperimenté. Le tout d’après nature et suivant la perspective en cuivre, et en bois mise au jour pour la 3 fois
avec une table pour les figures, tirée de l’original manuscrit, presènté à tous les amateurs, peintres. sculpteurs,
graveurs à leur honneur et pour leur uilité., à Hambourg, chez Tobie Gounderman Libraire, en 1646.
Noi stessi personalmente abbiamo fatto l’esame dell’esemplare di Parigi alla Biblioteca R. e lo abbiamo
riconosciuto composto dai fragmenti dei due diversi esemplari della seconda e terza edizione, trovandosi in
principio il frontespizio colla data del 1646 e dopo quarantotto carte l’altro frontespizio colla data del 1641 e un
gran numero di tavole duplicate e ripetute senza ordine e senza scelta. Nel resto confronta con ciò che fu
riconosciuto dal diligentissimo Mariette. Abbiamo avuto cura di prendere un lucido esattissimo delle tre tavole
dei stendardi, delle fabbriche, e degli ornati d’oreficeria citate qui sopra, che abbiamo inserte nel nostro
conservatissimo e prezioso esemplare. È osservabile come i bibliografi più accreditati non diano cenno di
un’opera dalla quale tutti hanno preso e persino materialmente copiato nel produrre in una quantità di libri
posteriori le costumanze orientali. L’esemplare di questa prima edizione e composto di 114 tavole, nelle quali è
compreso il frontespizio.
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