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3761. LAURI, Antiquae urbis splendor. Hoc est praecipua ejusdem templa, amphiteatra, theatra etc. incisa atque in lucem edita, Romae 1612, in 4 obl. La seconda parte ha per titolo: Antiquitatum urbis liber secundus, Romae 1613. La terza ha per titolo: Antiquae urbis splendoris complementum 1615. La quarta ha per titolo: Antiquae urbis vestigia quae nunc extant, 1628. In tutto tavole 166 non compreso l’indice al fine, e le dichiarazioni.
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3789. MAZZOCCHI Jacobi, Epigrammata antiquae urbis Romae, Romae, in aedibus auctoris, 1521, f. p., fig.
Con note marginali manoscritte di ottimo autore, il quale le trasse dal tomo V degli atti della Società latina di Iena comentando questo esemplare, che oltre l’essere per se stesso pregiatissimo, in tal modo divenne prezioso. Le lapidi, e i monumenti sono intagliati in legno e inseriti fra il testo.
Con note marginali manoscritte di ottimo autore, il quale le trasse dal tomo V degli atti della Società latina di Iena comentando questo esemplare, che oltre l’essere per se stesso pregiatissimo, in tal modo divenne prezioso. Le lapidi, e i monumenti sono intagliati in legno e inseriti fra il testo.
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3803. NERINI Felicis, De templo, et coenobio SS. Bonifacii, et Alexi historica monumenta, Romae 1752, in 4, fig.
Opera ricca di documenti, e stesa con abbondanza di eru 207 dizione. Sonovi alcune tavole in rame collocate fra il testo. Volume di 600 pagine.
Opera ricca di documenti, e stesa con abbondanza di eru 207 dizione. Sonovi alcune tavole in rame collocate fra il testo. Volume di 600 pagine.
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3809. PALLADIO Andrea, Le antichità di Roma raccolte brevemente dagli autori antichi, e moderni, Venezia 1554, in 8. Aggiuntovi il sommario di tutte le leggi, e parti ottenute nel Senato Veneto in materia di beni inculti, Venezia, per Giovanni Grifio, 1558, in 8. La livella diottrica del dottor Geminiano Montanari, Venezia 1680, in 8. In fine il Trattato della sfera di Pietro Catena, in 8, Patavii, 1561, apud Gratiosum Perchacinum. 208
3817. PANVINII Onophrii, Imperium romanorum, Parisiis 1588, in 8. — Addito Sexti Julii Frontini de Coloniis, et origo gentis romanae incerto auctore, et Sexti Julii Frontini de aquaeductibus, Parisiis 1588, in 8.
3833. PIRANESI, Della magnificenza, ed architettura dei romani, Roma 1761, italiano e latino, in fol. m.
Volume veramente insigne. Opera delle capitali dell’autore col testo italiano, e latino, e 39 gran tavole in rame. In principio è il ritratto di Clemente XIII intagliato da Cunego.
Volume veramente insigne. Opera delle capitali dell’autore col testo italiano, e latino, e 39 gran tavole in rame. In principio è il ritratto di Clemente XIII intagliato da Cunego.
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3857. ROMANAE magnitudinis monumenta, quae urbem illam orbis dominam, velut redivivam exhibent posteritati, veterum recentiorumque auctoritate probata, restituta, ed aucta, cura, sumptibus, ac typis Dominici de Rubeis Joannis Jacobi haeredis ad templum Sanctae Mariae de Pace, Romae, 1699, in fol. obl., fig.
Sotto ciascuna stampa leggonsi le dichiarazioni intagliate 216 in rame: sono tav. 138 raccolte in questa calcografia e riprodotte con questo frontespizio, le quali erano state impiegate precedentemente in simili opere, come vedesi dalle tavole ritoccate, e nuovamente numerate per ridurle in questo ordine.
Sotto ciascuna stampa leggonsi le dichiarazioni intagliate 216 in rame: sono tav. 138 raccolte in questa calcografia e riprodotte con questo frontespizio, le quali erano state impiegate precedentemente in simili opere, come vedesi dalle tavole ritoccate, e nuovamente numerate per ridurle in questo ordine.
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4089. SARAYNAE Torelli veronensis leg. doct., De origine, et amplitudine antiquis civitatis Veronae: ejusdem de viris illustribus antiquis veronensibus; de his qui potiti fuerunt dominio civitatis Veronae; de monumentis antiquis urbis, et agri veronensis; de interpretatione litterarum antiquarum, Veronae, 1540, ex officina Antonii Putteleti non sine privilegio, in fol.
Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi, e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni Caroto. Vedi Caroto. Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi, e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni Caroto. Vedi Caroto. Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
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4317. MAZELLA Scipione, Sito e antichità della città di Pozzuolo e del suo amenissimo distretto, Napoli 1591, in 8, con alcune tavole intagliate in legno. — Aggiuntovi: Opusculum de balneis puteolorum etc.
Elegante libretto per le sue erudite notizie.
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4318. MAZELLA Scipione, Lo stesso aumentato e ricorretto dall’autore, Napoli 1595, e coll’opuscolo de balneis, 1593, in 8.