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French
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Genre
Portraits
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Giunge quest’opera a Luigi XIII al quale è intitolata. Le tavole sono appena mediocri.
Giunge quest’opera a Luigi XIII al quale è intitolata. Le tavole sono appena mediocri.
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, M. de Villefore ha prodotto anche due altri volumi colle vite de’ SS. Padri dei deserti dell’Oriente. In
quest’opera le tavole cono 108, compresi i due frontespizi. Le incisioni sono mediocri e non gareggiano con
quelle dei Sadeler sullo stesso soggetto.
M. de Villefore ha prodotto anche due altri volumi colle vite de’ SS. Padri dei deserti dell’Oriente. In
quest’opera le tavole cono 108, compresi i due frontespizi. Le incisioni sono mediocri e non gareggiano con
quelle dei Sadeler sullo stesso soggetto.
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Opera copiosissima di ritratti, ma più di utili cognizioni e la migliore degli artisti di Fiandra, il frontespizio è
intagliato da le Bas.
Opera copiosissima di ritratti, ma più di utili cognizioni e la migliore degli artisti di Fiandra, il frontespizio è
intagliato da le Bas.
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, Giovan Angelo Canini era un pittore romano scolaro del Domenichino, più celebrato per le cognizioni
nell’antichità che per l’eccellenza nell’arte, allievo in questo studio e collega del Bellori. Le stampe della sua
opera furono eseguite e disegnate da Giuseppe Testana genovese e Stefano Picart e Guglielmo Valet francesi che
allora trovavansi a Roma. Morì avanti di poter pubblicare l’opera sua, dedicata al Re di Francia, che venne in
seguito poi pubblicata da M. Antonio Canini fratello, che aggiunse la spiegazione di 54 teste che mancava alle 60
lasciate da Gio. Angelo, la cui prima edizione comparve in Roma nel 1669 con 114 tavole e con un frontespizio
istoriato e allegorico disegnato e intagliato da M. Antonio Canini.
La seconda edizione col testo e la versione francese a fronte, fatta da M. Chevier con qualche nota illustrativa,
comparve in Amsterdam nel 1731 in gr. 4; e quantunque le stampe siano un po’ meno fresche, è da stimarsi.
Queste sono precedute dal ritratto di Stef. Picart, intagliato da Bernardo suo figlio ec.
Giovan Angelo Canini era un pittore romano scolaro del Domenichino, più celebrato per le cognizioni
nell’antichità che per l’eccellenza nell’arte, allievo in questo studio e collega del Bellori. Le stampe della sua
opera furono eseguite e disegnate da Giuseppe Testana genovese e Stefano Picart e Guglielmo Valet francesi che
allora trovavansi a Roma. Morì avanti di poter pubblicare l’opera sua, dedicata al Re di Francia, che venne in
seguito poi pubblicata da M. Antonio Canini fratello, che aggiunse la spiegazione di 54 teste che mancava alle 60
lasciate da Gio. Angelo, la cui prima edizione comparve in Roma nel 1669 con 114 tavole e con un frontespizio
istoriato e allegorico disegnato e intagliato da M. Antonio Canini.
La seconda edizione col testo e la versione francese a fronte, fatta da M. Chevier con qualche nota illustrativa,
comparve in Amsterdam nel 1731 in gr. 4; e quantunque le stampe siano un po’ meno fresche, è da stimarsi.
Queste sono precedute dal ritratto di Stef. Picart, intagliato da Bernardo suo figlio ec.
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, L’autore è anonimo, l’operetta è dedicata a M. Bourdelot medico del re di Francia dai fratelli Delaulne
stampatori e le medaglie sono diligentemente intagliate in una tavola
L’autore è anonimo, l’operetta è dedicata a M. Bourdelot medico del re di Francia dai fratelli Delaulne
stampatori e le medaglie sono diligentemente intagliate in una tavola
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Sono 111 medaglie di mediocre esecuzione la cui illustrazione breve e chiara è eseguita con quella sobrietà che
diventa preziosa, ove l’autore non vagheggia ambiziosamente di mettere se stesso in troppa evidenza.
Sono 111 medaglie di mediocre esecuzione la cui illustrazione breve e chiara è eseguita con quella sobrietà che
diventa preziosa, ove l’autore non vagheggia ambiziosamente di mettere se stesso in troppa evidenza.
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, Oltre il frontespizio figurato coll’allusione alla graziosa e dottissima satira dell’imperatore Giuliano, è sparso
tutto il volume fra il testo e fra le note di monumenti intagliati da Picard. L’opera è divisa in due parti. L’una
contiene la favola ossia satira coi commenti amplissimi; la seconda contiene Les preuves des remarques con una
gran copia di indici delle tavole, degli autori e delle materie.
Oltre il frontespizio figurato coll’allusione alla graziosa e dottissima satira dell’imperatore Giuliano, è sparso
tutto il volume fra il testo e fra le note di monumenti intagliati da Picard. L’opera è divisa in due parti. L’una
contiene la favola ossia satira coi commenti amplissimi; la seconda contiene Les preuves des remarques con una
gran copia di indici delle tavole, degli autori e delle materie.
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, Non è ancora completa questa grand’opera, che dell’ico 225 nografia romana non vide pubblicata se non la
parte prima. La greca è completa, ed abbraccia tre volumi. Le tavole sono accuratamente intagliate, e con lusso
appariscente, ma il bulino invase il buon gusto, che deve esprimere il carattere delle pietre, delle medaglie, delle
gemme. Le tavole in questo nostro esemplare sono inserite fra il testo, e i tipi dei caratteri sono della maggior
eleganza e magnificenza. Il Visconti morì dopo pubblicati questi quattro volumi, lasciando i materiali per altri
due, che sono imminenti a vedere la luce, e che saranno editi per cura del signor Monges membro dell’Istituto di
Francia. Questa è la più grande opera che abbiamo per riconoscere le vere dalle apocrife imagini degli antichi.
Avvi di quest’opera un’edizione in 4 che è accompagnata dalle stampe a maniera di atlante in volume separato. E
questa in gran foglio, da noi posseduta, non trovasi in commercio, ma ci venne regalata dalla Regia munificenza
di Luigi XVIII.
Non è ancora completa questa grand’opera, che dell’ico 225 nografia romana non vide pubblicata se non la
parte prima. La greca è completa, ed abbraccia tre volumi. Le tavole sono accuratamente intagliate, e con lusso
appariscente, ma il bulino invase il buon gusto, che deve esprimere il carattere delle pietre, delle medaglie, delle
gemme. Le tavole in questo nostro esemplare sono inserite fra il testo, e i tipi dei caratteri sono della maggior
eleganza e magnificenza. Il Visconti morì dopo pubblicati questi quattro volumi, lasciando i materiali per altri
due, che sono imminenti a vedere la luce, e che saranno editi per cura del signor Monges membro dell’Istituto di
Francia. Questa è la più grande opera che abbiamo per riconoscere le vere dalle apocrife imagini degli antichi.
Avvi di quest’opera un’edizione in 4 che è accompagnata dalle stampe a maniera di atlante in volume separato. E
questa in gran foglio, da noi posseduta, non trovasi in commercio, ma ci venne regalata dalla Regia munificenza
di Luigi XVIII.
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