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146. INTERIAN de Ayala Joannis, Pictor christianus eruditus, sive de erroribus, qui passim admittuntur circa pingendas sacras imagines, libri octo, Matricti 1730, in 4, mag.
Stravagantissimo libro, dettato da un caldo fanatismo nella maniera di vedere di questo scrittore. Estendesi a 400 pagine stampate in due colonne.
Stravagantissimo libro, dettato da un caldo fanatismo nella maniera di vedere di questo scrittore. Estendesi a 400 pagine stampate in due colonne.
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233. Da VINCI Lionardo, Trattato della pittura di nuovo ristampato e corretto, Napoli, presso Francesco Ricciardo, 1733, a spese di Niccola e Vincenzo Rispoli.
Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
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274. CELLINI Benvenuto scultore fiorentino, Gli stessi due trattati, Firenze 1731, 4, edizione citata dalla Crusca. Questo prezioso libro contiene una quantità di notizie per la pratica dell’arte e non differisce la prima dalla seconda edizione essenzialmente, se non per essere nella seconda una prefazione con qualche notizia intorno all’autore.
479. CLERMONT, L’arithmétique militaire, ou l’arithmétique pratique, divisée en trois parties, Paris 1733, in 4. — Aggiuntovi: la Geometrie pratique de l’ingenieur, ou l’art de mésurer: dediée a M. de Vauban, Paris 1733, in 4. Con 27 Tavole intagliate in rame.
545. LAUGIER, Essai sur l’architecture: nouvelle édition avec un dictionnaire des termes et des planches qui en facilitent l’explication, Paris 1733, en 8, fig.
Con un avvertimento di 32 pagine l’autore risponde in questa seconda edizione alle censure crudeli che erano state pubblicate intorno l’opera sua in un opuscolo examen d’un essai sur l’architecture. A noi sembra che questo saggio sia pieno di utili avvertenze, ma forse per alcune sincerità andava a ferire con qualche forza alcuni artisti di cattivo gusto (che in quel tempo non mancavano) e si dolsero senza misura della sempre odiata verità.
Con un avvertimento di 32 pagine l’autore risponde in questa seconda edizione alle censure crudeli che erano state pubblicate intorno l’opera sua in un opuscolo examen d’un essai sur l’architecture. A noi sembra che questo saggio sia pieno di utili avvertenze, ma forse per alcune sincerità andava a ferire con qualche forza alcuni artisti di cattivo gusto (che in quel tempo non mancavano) e si dolsero senza misura della sempre odiata verità.
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597. PALLADIO, Fabbriche antiche da lui disegnate e date in luce da Riccardo Conte di Burlington. Londra 1730, in fol. fig.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra. Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana, disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce, imitando l’esempio del benemerito inglese.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra. Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana, disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce, imitando l’esempio del benemerito inglese.
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623. PREISLER (Justin), Ornamenti d’architettura, Norimberga 1734, in 4, fig. in tedesco.
Sono 14 tavole con 26 porte intagliate in rame dalle quali Dio salvi ogni cristiano dal divenir eretico passandovi sotto.
Sono 14 tavole con 26 porte intagliate in rame dalle quali Dio salvi ogni cristiano dal divenir eretico passandovi sotto.
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766. MILIZIA, Lo stesso dedicato al Conte Algarotti, Venezia 1733, in 4, fig.
Queste ristampe furono ricorrette e mutilate dall’ autore in più luoghi, altrimenti non ne sarebbe stata permessa la stampa. Il numero delle tavole è lo stesso che nell’edizione originale.
Queste ristampe furono ricorrette e mutilate dall’ autore in più luoghi, altrimenti non ne sarebbe stata permessa la stampa. Il numero delle tavole è lo stesso che nell’edizione originale.
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792. LUCCHESE Matteo, Riflessioni sulla pretesa scoperta del sopra ornato toscano esposta dall’autore dell’opera degli anfiteatri, e singolarmente del Veronese, Venezia 1730, in 12, fig.
Con quattro tavole intagliate in rame, libretto pieno di dottissima critica e ottime osservazioni.
Con quattro tavole intagliate in rame, libretto pieno di dottissima critica e ottime osservazioni.
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