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Il primo libretto è di 16 fogliettini di stampa e il secondo di 14. Sono due produzioni elegantissime e gentili.
Nicolò Zoppino produsse la prima nel 1528 sotto lo stesso titolo. Esemplare in marocchino conservatissimo
amendue sono legate assieme. Questi due opuscoli furono ristampati in Genova nel 1572. Sotto il titolo di
concetti amorosi. Vedi. Camillo Giulio del Minio.
Il primo libretto è di 16 fogliettini di stampa e il secondo di 14. Sono due produzioni elegantissime e gentili.
Nicolò Zoppino produsse la prima nel 1528 sotto lo stesso titolo. Esemplare in marocchino conservatissimo
amendue sono legate assieme. Questi due opuscoli furono ristampati in Genova nel 1572. Sotto il titolo di
concetti amorosi. Vedi. Camillo Giulio del Minio.
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Questi due esemplari sono i più belli che da noi siansi veduti 111 di questa elegantissima e poetica finzione.
La lettera b che si nova in diverse tavole, fece credere ad alcuni che queste fossero di Giovanni Bellino o di
Gentile Bellino, e fra gli altri cosi opinò il Federici sulle memorie trevigiane. L’abate Zani al contrario adduce
motivi congetturali per crederle del Bonconsigli e cita altre opere di quello stile, ove trovasi questa lettera
preceduta da una J e seguita da un V; il che si accorda coll’uno e coll’altro maestro, poiché il nome di Giovanni
era loro comune Joannis e la patria Venezia del primo e Vicenza del secondo, comincia per V; ma non ci sembra
potere farsi altra induzione ben chiara, se non che la scuola di dove li disegni escirono è per lo stile certamente
veneziana: e notaremo che per gli intagli in legno non occorreva loro maggior lavoro che non sarebbe occorso
disegnare in carta, tracciando sulle tavolette pochi tratti di penna: puri meccanici intagliatori operavano il
rimanente: onde anche uomini sommi prestavansi a quest’cura con pocchissima perdita del loro tempo. Questo
cenno risponderà a molle obbiezioni che potrebbero farsi.
Questi due esemplari sono i più belli che da noi siansi veduti 111 di questa elegantissima e poetica finzione.
La lettera b che si nova in diverse tavole, fece credere ad alcuni che queste fossero di Giovanni Bellino o di
Gentile Bellino, e fra gli altri cosi opinò il Federici sulle memorie trevigiane. L’abate Zani al contrario adduce
motivi congetturali per crederle del Bonconsigli e cita altre opere di quello stile, ove trovasi questa lettera
preceduta da una J e seguita da un V; il che si accorda coll’uno e coll’altro maestro, poiché il nome di Giovanni
era loro comune Joannis e la patria Venezia del primo e Vicenza del secondo, comincia per V; ma non ci sembra
potere farsi altra induzione ben chiara, se non che la scuola di dove li disegni escirono è per lo stile certamente
veneziana: e notaremo che per gli intagli in legno non occorreva loro maggior lavoro che non sarebbe occorso
disegnare in carta, tracciando sulle tavolette pochi tratti di penna: puri meccanici intagliatori operavano il
rimanente: onde anche uomini sommi prestavansi a quest’cura con pocchissima perdita del loro tempo. Questo
cenno risponderà a molle obbiezioni che potrebbero farsi.
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Quello non è che il quarto libro del Serlio, ma è da notar 121 si che a render prezioso questo esemplare sono
inserite in rispettivi luoghi le nove stampe delle basi e dei capitelli degli ordini, intagliati da Agostino Veneziano
colle marche A. V. l’anno 1528. Sta in ciascuna di esse inciso il privilegio, allora ottenuto, Cantum sic ne aliquis
imprimat ut in privilegio constat. Il nome dì ciascun ordine è espresso colle parole dorica, ionica etc.
accompagnato dalle iniziali S. B. Le quali significano Serlio Bolognese. Bairtsch nella sua opera le Peintre
graveur vol. 14 sez. 11, ai numeri 525, e 533 indica queste nove rare stampe, ignorando però che appaitengano
all’architettura del Serlio. Nel 1636 Antonio Sadeler le riprodusse senza il privilegio e senza le iniziali,
ponendovi soltanto il suo nome. Magnifico esemplare in vit.
Quello non è che il quarto libro del Serlio, ma è da notar 121 si che a render prezioso questo esemplare sono
inserite in rispettivi luoghi le nove stampe delle basi e dei capitelli degli ordini, intagliati da Agostino Veneziano
colle marche A. V. l’anno 1528. Sta in ciascuna di esse inciso il privilegio, allora ottenuto, Cantum sic ne aliquis
imprimat ut in privilegio constat. Il nome dì ciascun ordine è espresso colle parole dorica, ionica etc.
accompagnato dalle iniziali S. B. Le quali significano Serlio Bolognese. Bairtsch nella sua opera le Peintre
graveur vol. 14 sez. 11, ai numeri 525, e 533 indica queste nove rare stampe, ignorando però che appaitengano
all’architettura del Serlio. Nel 1636 Antonio Sadeler le riprodusse senza il privilegio e senza le iniziali,
ponendovi soltanto il suo nome. Magnifico esemplare in vit.
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Questa è la prima edizione delle note del Filandro che l’editore voleva pubblicare col testo, ma diede separate. Si
vale l’autore del Codice di Sulpizio, e di molte nozioni avute dal Serlio. Fra le pagine del testo sono alcune
poche figure in legno.
Questa è la prima edizione delle note del Filandro che l’editore voleva pubblicare col testo, ma diede separate. Si
vale l’autore del Codice di Sulpizio, e di molte nozioni avute dal Serlio. Fra le pagine del testo sono alcune
poche figure in legno.
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,. Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che
in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli
spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che
in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli
spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
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, Sonovi lettere curiose e interessanti a diversi letterati ed artisti come a un Giovan Angelo Scultore (il
Montorsoli), a M. Angelo Buonarroti, all’Aretino, al Giovio, a Giovan Batista Doni ec.
Sonovi lettere curiose e interessanti a diversi letterati ed artisti come a un Giovan Angelo Scultore (il
Montorsoli), a M. Angelo Buonarroti, all’Aretino, al Giovio, a Giovan Batista Doni ec.
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, Opuscoletto di bella edizione in trentasei foglietti di stampa a caratteri corsivi.
Opuscoletto di bella edizione in trentasei foglietti di stampa a caratteri corsivi.
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