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2. Agrippae Henrici Corn., De incertitude et vanitate scientiarum, declamatio invectiva, ex postrema auctoris recognitione, Coloniæ 1584, in 16.
È trattata la materia estesamente, e quindi la musica, l’ottica. l’architettura, la pittura, la scultura sono prese in esame: ma quanto al pregio dell’opera ritiensi più rara la prima edizione del 1527, e le altre che apparvero fino al 1536 poiché non erano in quelle stati tolti alcuni passi che l’autore (per quietamente vivere) tolse egli stesso dalle posteriori edizioni, come può leggersi nella sua interessantissima prefazione.
È trattata la materia estesamente, e quindi la musica, l’ottica. l’architettura, la pittura, la scultura sono prese in esame: ma quanto al pregio dell’opera ritiensi più rara la prima edizione del 1527, e le altre che apparvero fino al 1536 poiché non erano in quelle stati tolti alcuni passi che l’autore (per quietamente vivere) tolse egli stesso dalle posteriori edizioni, come può leggersi nella sua interessantissima prefazione.
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52. SABA da Castiglione monsignore, Ricordi, ovvero ammaestramenti, ne’ quali con prudenti e cristiani discorsi si ragiona di tutte le materie onorate, che si ricercano a un vero gentiluomo, Venezia, per Paolo Gherardo, 1555, in 4.
Nel frontispizio è il ritratto dell’autore intagliato in legno con eleganza. Lo stampatore intitolò l’opera al doge Francesco Veniero. In questi aurei ricordi sono preziosissime e recondite notizie d’arti e d’artisti, specialmente nel ricordo circa gli ornamenti della casa.
Nel frontispizio è il ritratto dell’autore intagliato in legno con eleganza. Lo stampatore intitolò l’opera al doge Francesco Veniero. In questi aurei ricordi sono preziosissime e recondite notizie d’arti e d’artisti, specialmente nel ricordo circa gli ornamenti della casa.
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74. ARMENINI Giovan Battista da Faenza, Dei veri precetti della pittura libri tre, Ravenna 1587, in 4 pic. Prima edizione, esemplare in mar. dorato.
104. Comanini D. Gregorio, Il Figino, ovvero del fine della pittura, dialogo, Mantova 1591, per Francesco Osanna, in 4.
L’edizione è stampata con bellissimi caratteri. Gl’interlocutori sono D. Ascanio Martinengo, Stefano Guazzo e Gio. Ambrogio Figino e s’aggira il dialogo sul tema se il fine della pittura sia l’utile, ovvero il diletto, e tratta dell’uso di quella nel Cristianesimo; opera prolissa, ma non povera di buone erudizioni e utili notizie. Il Martinengo fu fondatore dell’accademia degli Animosi in Padova e gran mecenate. Il Guazzo fondatore dell’accademia degl’illustrati in Casale di Monferrato, il Figino eccellente artista scolare di Leonardo i cui disegni sono preziosissimi, e ricercatissimi.
L’edizione è stampata con bellissimi caratteri. Gl’interlocutori sono D. Ascanio Martinengo, Stefano Guazzo e Gio. Ambrogio Figino e s’aggira il dialogo sul tema se il fine della pittura sia l’utile, ovvero il diletto, e tratta dell’uso di quella nel Cristianesimo; opera prolissa, ma non povera di buone erudizioni e utili notizie. Il Martinengo fu fondatore dell’accademia degli Animosi in Padova e gran mecenate. Il Guazzo fondatore dell’accademia degl’illustrati in Casale di Monferrato, il Figino eccellente artista scolare di Leonardo i cui disegni sono preziosissimi, e ricercatissimi.
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110. DOLCE Messer Lodovico, Dialogo della pittura, intitolato l’Aretino: ove si ragiona della dignità della pittura ec., Venezia, presso il Giolito, 1557, in 8.
Esemplare, che dalla biblioteca di Felibien passò a quella di Mariette e di d’Agincourt, con illustrazioni manoscritte in principio, e note marginali.
Esemplare, che dalla biblioteca di Felibien passò a quella di Mariette e di d’Agincourt, con illustrazioni manoscritte in principio, e note marginali.
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111. DOLCE Messer Lodovico, Lo stesso, esemplare nitido, della medesima edizione.
113. DOLCE Messer Lodovico, Dialogo nel quale si ragiona delle qualità, diversità e proprietà dei colori, Venetia, presso Marco Sessa, 1565, in 8.
Quest’opera, cui tratta dell’applicazione dei colori più nel senso dell’allegorie, che dell’arte della pittura, era più propria degli studi e delle cognizioni di questo autore, il quale opportunamente intitolò il dialogo precedente, l’Aretino perché appunto esteso dalla letteratura di quel letterato, che molto intendevasi di opere di pennello.
Quest’opera, cui tratta dell’applicazione dei colori più nel senso dell’allegorie, che dell’arte della pittura, era più propria degli studi e delle cognizioni di questo autore, il quale opportunamente intitolò il dialogo precedente, l’Aretino perché appunto esteso dalla letteratura di quel letterato, che molto intendevasi di opere di pennello.
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134. GILIO Giovanni Andrea da Fabriano, Due Dialoghi, nel primo de’ quali si ragiona delle parti morali e civili de’ letterati e cortigiani e dell’utile che i principi cavano da’ letterati; nel secondo si tratta degli errori de’ pittori circa le storie, in Camerino, presso Antonio Gioioso, 1564, in 4.
In questo libro è riunito un magazzino d’erudizioni con poco ordine per mettere in evidenza l’autore, senza che le arti ne abbiano tratto profitto. L’edizione è accurata.
In questo libro è riunito un magazzino d’erudizioni con poco ordine per mettere in evidenza l’autore, senza che le arti ne abbiano tratto profitto. L’edizione è accurata.
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159. LOMAZZO Giovanni Paolo milanese pittore, Trattato dell’arte della pittura diviso in 7 libri, nei quali si contiene tutta la teorica e la pratica di essa pittura, Milano 1584, presso Gottardo Ponzio, in 4.
Questo frontespizio fu cangiato nel corso della stessa edizione e trovasi in pochi esemplari.
Questo frontespizio fu cangiato nel corso della stessa edizione e trovasi in pochi esemplari.
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160. LOMAZZO Giovanni Paolo milanese pittore,La stessa opera con molto più estese indicazioni sul frontespizio, oltre ciò che sta sopra espresso e il cenno della dedica al Duca di Savoia e i privilegi, Milano, per Gottardo Pontio stampatore regio a istanza di Pietro Tini, 1585.
L’edizione è la stessa né avvi altra variazione che il frontespizio e la distribuzione delle linee nella dedicatoria, la quale segue immediatamente ed è composta con una riga di più nella seconda pagina della medesima, senza varianti.
L’edizione è la stessa né avvi altra variazione che il frontespizio e la distribuzione delle linee nella dedicatoria, la quale segue immediatamente ed è composta con una riga di più nella seconda pagina della medesima, senza varianti.
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In alcuni rarissimi esemplari trovasi al fine un foglietto con un capitolo di più, indicandosi che va collocato nel sesto libro dopo il cap. 16 a carte 328 intitolato: dell’arte di allongare la vista quanto si vuole e parimenti di far gli appa26 rati delle scene col quadro sopra detto geometrico; in questo esemplare il foglietto è manoscritto.
In alcuni rarissimi esemplari trovasi al fine un foglietto con un capitolo di più, indicandosi che va collocato nel sesto libro dopo il cap. 16 a carte 328 intitolato: dell’arte di allongare la vista quanto si vuole e parimenti di far gli appa26 rati delle scene col quadro sopra detto geometrico; in questo esemplare il foglietto è manoscritto.
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