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Biblioteca Apostolica Vaticana
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1525 to 1529
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Questo raro e singolare opuscolo indica sul suo principio l’oggetto con cui fu scritto ed è forse l’opera più
erudita che abbiasi, presa sotto l’aspetto seguente.
Questo raro e singolare opuscolo indica sul suo principio l’oggetto con cui fu scritto ed è forse l’opera più
erudita che abbiasi, presa sotto l’aspetto seguente.
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Dicam aliquid de coloribus in hoc libello, non quidem unde conficiantur, aut quae sit eorum natura, neque enim
pictoribus haec traduntur, aut philosophis sed tantum philologis, qui latini sermonis elegantiam studiose
inquirunt. Scribam omnia breviter et accuratae ac rerum ipsarum nomina, quo statim colores intelliguntur,
singulis apponam. L’opuscolo è diviso in 13 capitoli, l’ultimo de’ quali è consecrato all’epilogo della materia. I
primi due foglietti contengono l’indice: il restante in testo: in tutto sono quattordici foglietti, dei quali l’ultimo è
bianco.
Dicam aliquid de coloribus in hoc libello, non quidem unde conficiantur, aut quae sit eorum natura, neque enim
pictoribus haec traduntur, aut philosophis sed tantum philologis, qui latini sermonis elegantiam studiose
inquirunt. Scribam omnia breviter et accuratae ac rerum ipsarum nomina, quo statim colores intelliguntur,
singulis apponam. L’opuscolo è diviso in 13 capitoli, l’ultimo de’ quali è consecrato all’epilogo della materia. I
primi due foglietti contengono l’indice: il restante in testo: in tutto sono quattordici foglietti, dei quali l’ultimo è
bianco.
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Prima edizione originale, pubblicata l’anno stesso della morte dell’autore, e la più rara a trovarsi di ottima
conservazione, stampata in tedesco, il cui merito principalmente consiste nella freschezza delle tavole, in fol. fig.
Prima edizione originale, pubblicata l’anno stesso della morte dell’autore, e la più rara a trovarsi di ottima
conservazione, stampata in tedesco, il cui merito principalmente consiste nella freschezza delle tavole, in fol. fig.
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Libro raro e singolare e ricchissimo di erudizione varia, al quale vennero accordati estesi privilegi, come ad un
opera di grande utilità ed originalità. L’autore copia di pianta il Paciolo che lo aveva preceduto, e poi lo nota di
aironi piccoli errori ingratissimamente per screditarlo, e mercar favore all’opera propria. L’opera è divisa in tre
libri stampata in 80 foglietti numerati e le copiose tavole e vignette sono intagliate in legno benissimo.
Esemplare in cuoio russo dor.
Libro raro e singolare e ricchissimo di erudizione varia, al quale vennero accordati estesi privilegi, come ad un
opera di grande utilità ed originalità. L’autore copia di pianta il Paciolo che lo aveva preceduto, e poi lo nota di
aironi piccoli errori ingratissimamente per screditarlo, e mercar favore all’opera propria. L’opera è divisa in tre
libri stampata in 80 foglietti numerati e le copiose tavole e vignette sono intagliate in legno benissimo.
Esemplare in cuoio russo dor.
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Quest’opera è composta di tavole di giuochi e di figure in singolare e strano modo delineate, ed incise in legno.
Rarissimo è trovarne esemplari conservati. Contiensi in questo libro la risposta a 71 domande, la cui tavola in 10
foglietti precede le stampe e le cui risposte sono dettate dai principi dell’astrologia giudiziaria. I tre primi fogli di
tavole contengono le 12 fortune col rinvio alle case primarie d’ Italia espresse in 12 palazzi. Cominciano poi le
figure delle domande e risposte dal foglio 1 al 128. L’ultimo contiene la marca del Giunti e il registro. Il
frontespizio è figurato, dietro a quello è il privilegio e cinque foglietti di proemio e di regole. Il volume in tutto
deve essere di fogli 148. Nel frontespizio pieno di gusto e bizzarra fantasia è in una tavola la marca I. M. Forse
Giovanni Bonconsigli, detto anche Marescalco, potrebbe aver segnato il suo nome cosi. Questo pittore e
disegnatore valente pervenne circa a quell’età, benché le memorie biografiche non ci soccorrano; ma se per ciò
che riguarda la spiegazioni delle marche anderebbe bene ci sembra però che lo stile delle incisioni di quest’opera
sia più libero di quello che si riconosce nelle opere di pennello di questo maestro.
Quest’opera è composta di tavole di giuochi e di figure in singolare e strano modo delineate, ed incise in legno.
Rarissimo è trovarne esemplari conservati. Contiensi in questo libro la risposta a 71 domande, la cui tavola in 10
foglietti precede le stampe e le cui risposte sono dettate dai principi dell’astrologia giudiziaria. I tre primi fogli di
tavole contengono le 12 fortune col rinvio alle case primarie d’ Italia espresse in 12 palazzi. Cominciano poi le
figure delle domande e risposte dal foglio 1 al 128. L’ultimo contiene la marca del Giunti e il registro. Il
frontespizio è figurato, dietro a quello è il privilegio e cinque foglietti di proemio e di regole. Il volume in tutto
deve essere di fogli 148. Nel frontespizio pieno di gusto e bizzarra fantasia è in una tavola la marca I. M. Forse
Giovanni Bonconsigli, detto anche Marescalco, potrebbe aver segnato il suo nome cosi. Questo pittore e
disegnatore valente pervenne circa a quell’età, benché le memorie biografiche non ci soccorrano; ma se per ciò
che riguarda la spiegazioni delle marche anderebbe bene ci sembra però che lo stile delle incisioni di quest’opera
sia più libero di quello che si riconosce nelle opere di pennello di questo maestro.
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, Questa bellissima edizione del XV secolo, in caratteri nitidi rotondi, e in ottima carta, non può asserirsi se preceda
o segua l’altra di Milano del 1477 non essendovi traccia per giudicarlo. Circa al nome di questo scrittore, noi
crediamo di tenerci a quanto riferiscono il Biondo, e il Fabrizio, che lo chiamano Gio. Domenico, piuttosto che ad
altri più moderni che il dicono Andrea. Il segretario di Eugenio IV di questo casato, morì nel 1452 canonico nel
duomo di Firenze.
Questa bellissima edizione del XV secolo, in caratteri nitidi rotondi, e in ottima carta, non può asserirsi se preceda
o segua l’altra di Milano del 1477 non essendovi traccia per giudicarlo. Circa al nome di questo scrittore, noi
crediamo di tenerci a quanto riferiscono il Biondo, e il Fabrizio, che lo chiamano Gio. Domenico, piuttosto che ad
altri più moderni che il dicono Andrea. Il segretario di Eugenio IV di questo casato, morì nel 1452 canonico nel
duomo di Firenze.
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, Questo libro prezioso per la sua edizione, non meno che per la dottrina del celebre antiquario, non è citato nel
Rangiaschi, Biblioteca dello Stato Pontificio, benché pubblicato in Roma. A tergo del frontespizio in cui sono
sette endecasillabi di Giovanni Fulvio al lettore, è il privilegio di Clemente VII, segue una prefazione in via di
dedica al Papa, poi le tavole dei Capitoli, e delle materie, i quali prolegomeni occupano 9 foglietti. Poi il testo
comincia dal foglio 1 al 106, in fine sono 5 foglietti di versi in onore del popolo romano, e un’egloga
sull’esposizione di Romolo e Remo nel Tevere.
Questo libro prezioso per la sua edizione, non meno che per la dottrina del celebre antiquario, non è citato nel
Rangiaschi, Biblioteca dello Stato Pontificio, benché pubblicato in Roma. A tergo del frontespizio in cui sono
sette endecasillabi di Giovanni Fulvio al lettore, è il privilegio di Clemente VII, segue una prefazione in via di
dedica al Papa, poi le tavole dei Capitoli, e delle materie, i quali prolegomeni occupano 9 foglietti. Poi il testo
comincia dal foglio 1 al 106, in fine sono 5 foglietti di versi in onore del popolo romano, e un’egloga
sull’esposizione di Romolo e Remo nel Tevere.
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