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987. GIGLI Cesare, La pittura trionfante scritta in quattro capitoli e consacrata al molto illustre e generosissimo Signore il Sig. Daniel Niis, in Venezia 1615, da Giovanni Alberti, in 4.
Nel frontespizio è una stampa allusiva al soggetto disegnata di Iacopo Palma, intagliata da Odoardo Fialetti: segue la dedica e il ritratto del mecenate, un avviso dell’autore a’ virtuosi, indi le quattro parti del poemetto la prima in sciolti, la terza in ottava, l’ultima in metro libero: in fine un racconto, (ossia catalogo) de’ pittori celebrati in questa e nell’altra opera non ancora stampata, della quale non si ha contezza veruna da noi. L’opuscolo in totale è di 20 carte, pag 40.
Nel frontespizio è una stampa allusiva al soggetto disegnata di Iacopo Palma, intagliata da Odoardo Fialetti: segue la dedica e il ritratto del mecenate, un avviso dell’autore a’ virtuosi, indi le quattro parti del poemetto la prima in sciolti, la terza in ottava, l’ultima in metro libero: in fine un racconto, (ossia catalogo) de’ pittori celebrati in questa e nell’altra opera non ancora stampata, della quale non si ha contezza veruna da noi. L’opuscolo in totale è di 20 carte, pag 40.
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1418. SALVADORI Andrea, Guerra d’amore. Festa del Serenissimo Gran Duca di Toscana Cosimo II, fatta in Firenze il Carnevale del 1615, in 8. Descritta e dedicata alla Gran Duchessa di Toscana da Andrea Salvadori. MDCXV
1947. ROSSI Ottavio, Le memorie bresciane: Opera istorica et simbolica, Brescia, per Bartolom. Fontana, 1616, in 4, fig.
Opera utile per le memorie patrie e per molte nozioni antiquarie con numerose tavole stampate fra il testo e il frontespizio figurato inciso da Cesare Bassano.
Opera utile per le memorie patrie e per molte nozioni antiquarie con numerose tavole stampate fra il testo e il frontespizio figurato inciso da Cesare Bassano.
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3015. STEPHANONII Petri vicentini, Gemmae antiquitus sculptae collectae et declarationibus illustratae a 86 Jacobo Stephanonio filio editae, Patavii, ap. Mathaeum Bolzetta de Calderinis, 1616, in 8, M. 39.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe, Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe, Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica ec. Padova.
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3161. ALEANDRO Hieronimo junior, Antiquae tabulae marmoreae solis effigie symbolisque exculptae accurata explicatio, Romae 1616, in 4, M. 45.
Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
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