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371. ALBERTI Leonis Baptistae florentini viri clarissimi, Lib. de re aedificatoria, Lib. X, opus integrum et absolutum etc., Parisiis. Opera Magistri Bertholdi Rembolt et Ludovici Hornken, 1512, die vero 23 Augusti, in 4.
L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
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520. GRAPALDI Francisci Maria, Idem, addita modo verborum explicatione, Parma, per accuratissimos impressores Octavianiun Saladum et Franciscum Ugoletum, 1516, in 4 parv.
In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va sino al fine al 265. Edizione completa.
In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va sino al fine al 265. Edizione completa.
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696. VITRUVIUS Marcus, Per iucundum solito castigatior factus cum figuris et tabula, ut iam legi et intelligi possit, Venetiis, 511 diligentia Joan. de Tridino alias tacuino, in fol. fig.
È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare, di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare, di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
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697. VITRUVIUS Marcus, Iterum et Frontintis a Jucundo revisi repurgatique quintum ex collatione licuit, Florentiae, sumptibus Philippi de Giunta, 1513, in 8, fig.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali: Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in principio.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali: Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in principio.
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700. VITRUVII, De architectura lib. X, summa diligentia recogniti, cum nonnullis figuribus hoc signo * positis, 1523, in 8, fig.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
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870. VIATOR, De artificiali perspectiva Viator tertio. Seguono undici quadrati concentrici e sotto questi stampati entro a una tabella i 18 versi seguenti: O bons amis, traspassez et vivens, Grans esperiz, Zeusins, Apelliens Decorans France, Almaigne et Italie, Geffelin, paoul et Martin de pauye Berthlemi fouquet, poyet, copin, Andre Montaigne et damyens Colin, Le pelusin, hans fris et Leonard, Hugues, Lucas, Luc, Albert, et Bernard Jehan jolis, hans gru, et Gabriel Vuastele, Urbain et lange Michael 162 Symon du mans: Dyamans, margarites, Rubis, saphirs, smaragdes, crisolites, Ametistes, jacintes et topazes Calcedones, asperes et a faces, Jaspes, bierilz, aculei, et cristaux Plus precieux vous tiens que tels joyaux Et touz autres nobles entendemens Ordinateurs de specieux figmens.
In fine alla pagina di questo frontespizio leggesi distribuito in due linee la prima in piccioli caratteri e la secondi in più grandi: vICUS DE BOSCO JOANNIS MALLEACENSIS FONS DIOCESIS CORILONI Si riconosce da questa prima pagina come il Peregrino fosse penetrato di stima per i grandi autori, che cita d’ogni maniera, e d’ogni studio in quei versi, non ignorando certamente le opere di Luca Paciolo e di Pietro della Francese» suoi coetanei e loda Rafaello e Michel Angelo, e Simon Memmi, e il Perugino, e Leonardo, ed altri insigni di Germania e di Francia, diesi riconoscono a discrezione in quei nomi storpiati. Il volume, quantunque contenga maggior numero di tavole delle precedenti edizioni, è composto di soli trenta foglietti, poiché in luogo d’essere queste stampate da una sola parte del foglio, sono impresse da due lati, oltre il trovarsene con variata disposizione molte fra il testo. Infatti vi sono circa 20 figure impresse fra il testo e 38 al seguito stampate in 19 foglietti. L’opera in luogo d’esser divisa in paragrafi è ripartita in X capitoli numerati e ad ognuno è sottoposta separatamente la versione in francese carattere minore del latino. E registrata con sole tre lettere A. B. C. per essere quinquerni in recedi quaderni: e riscontrasi una tavola di più della seconda edizione, la quale è l’ultima che rappresenta una nave con un Cristo figurato sulla tela e vari angeli ec. In fine nell’ultimo foglietto Impressum Tulli anno Catholice veritatis 1521 VII Idus septembris solerti opera Petri Jacobi Presbiteri Incole Pagi S Nicolai. Le tavole dell’opera sono disegnate con quel vero gusto che si accorda sì bene colla semplicità dei tempi in cui l’autore cercava di porre in evidenza più l’arte che sé medesimo e appagano grandemente per l’intelligenza prospettica, il gusto del disegno, senza soverchio lusso di esecuzione. Nella cattedrale di Tullio Fiandra leggesi il suo epitafio che comincia Venerabile Domino Joanne Peregrino, olim Viatori, Andegavo, huius Ecclesia Canonico, Regio quondam secretario, perspective artis acutissimo indagatori dottrina et moribus perspicuo ec. Morì nel 1523 al primo febbraio, cosicché (come leggesi anche in poche righe di prefazione dietro la prima pagina del frontespizio di questa terza edizione) l’autore diresse 163 le tre edizioni dell’opera sua. Questa denominazione di viator nacque allo stesso modo che in Italia il Riccio latinizzato che si disse Crispus e tante altre simili. La preziosità di questo libro e la diligente sua esecuzione ci farà perdonare la prolissità di questa illustrazione. Nella Biblioteca Reale di Francia esistono la seconda e la terza edizione. In seguito poi Maturin Jousse de la Fleche pubblicò il seguente libercolo: La perspective positive de Viator latine et fraiçoise, revue, augmentée, et reduite de grand en petite à la Fleche 1635, in 8 p. Indica di aver fatta questa ristampa a cagione della rarità delle prime edizioni, non precisando però qual fosse da lui ritenuta per lo più antica, o la più pregiata; ma allegando soltanto senza esattezza, che il libro fu premierement imprimé il y a six à sept vingts ans. Questa operetta, a cui il traduttore aggiunse gran numero di figure, non da idea della preziosità dell’originale.
In fine alla pagina di questo frontespizio leggesi distribuito in due linee la prima in piccioli caratteri e la secondi in più grandi: vICUS DE BOSCO JOANNIS MALLEACENSIS FONS DIOCESIS CORILONI Si riconosce da questa prima pagina come il Peregrino fosse penetrato di stima per i grandi autori, che cita d’ogni maniera, e d’ogni studio in quei versi, non ignorando certamente le opere di Luca Paciolo e di Pietro della Francese» suoi coetanei e loda Rafaello e Michel Angelo, e Simon Memmi, e il Perugino, e Leonardo, ed altri insigni di Germania e di Francia, diesi riconoscono a discrezione in quei nomi storpiati. Il volume, quantunque contenga maggior numero di tavole delle precedenti edizioni, è composto di soli trenta foglietti, poiché in luogo d’essere queste stampate da una sola parte del foglio, sono impresse da due lati, oltre il trovarsene con variata disposizione molte fra il testo. Infatti vi sono circa 20 figure impresse fra il testo e 38 al seguito stampate in 19 foglietti. L’opera in luogo d’esser divisa in paragrafi è ripartita in X capitoli numerati e ad ognuno è sottoposta separatamente la versione in francese carattere minore del latino. E registrata con sole tre lettere A. B. C. per essere quinquerni in recedi quaderni: e riscontrasi una tavola di più della seconda edizione, la quale è l’ultima che rappresenta una nave con un Cristo figurato sulla tela e vari angeli ec. In fine nell’ultimo foglietto Impressum Tulli anno Catholice veritatis 1521 VII Idus septembris solerti opera Petri Jacobi Presbiteri Incole Pagi S Nicolai. Le tavole dell’opera sono disegnate con quel vero gusto che si accorda sì bene colla semplicità dei tempi in cui l’autore cercava di porre in evidenza più l’arte che sé medesimo e appagano grandemente per l’intelligenza prospettica, il gusto del disegno, senza soverchio lusso di esecuzione. Nella cattedrale di Tullio Fiandra leggesi il suo epitafio che comincia Venerabile Domino Joanne Peregrino, olim Viatori, Andegavo, huius Ecclesia Canonico, Regio quondam secretario, perspective artis acutissimo indagatori dottrina et moribus perspicuo ec. Morì nel 1523 al primo febbraio, cosicché (come leggesi anche in poche righe di prefazione dietro la prima pagina del frontespizio di questa terza edizione) l’autore diresse 163 le tre edizioni dell’opera sua. Questa denominazione di viator nacque allo stesso modo che in Italia il Riccio latinizzato che si disse Crispus e tante altre simili. La preziosità di questo libro e la diligente sua esecuzione ci farà perdonare la prolissità di questa illustrazione. Nella Biblioteca Reale di Francia esistono la seconda e la terza edizione. In seguito poi Maturin Jousse de la Fleche pubblicò il seguente libercolo: La perspective positive de Viator latine et fraiçoise, revue, augmentée, et reduite de grand en petite à la Fleche 1635, in 8 p. Indica di aver fatta questa ristampa a cagione della rarità delle prime edizioni, non precisando però qual fosse da lui ritenuta per lo più antica, o la più pregiata; ma allegando soltanto senza esattezza, che il libro fu premierement imprimé il y a six à sept vingts ans. Questa operetta, a cui il traduttore aggiunse gran numero di figure, non da idea della preziosità dell’originale.
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1851. BOCCHI Achillis bonon., Symbolicarum quaestionum de universo genere quas serio ludebat lib. quinque, Bononiae 1514, 2 edizione in 8.
In questa edizione il teschio di bue che si vede impresso alla pagina 11 è inciso in rame da Agostino Caracci, il quale ritoccò alcuni dei rami del Bonasoni: confrontasi i rami delle due edizioni del simbolo medesimo in avanti, e si rico 317 nosceranno i ritocchi di Agostino. Nella primi edizione il teschio citato è inciso in legno. Magnif. esempl. in mar. dor. ec.
In questa edizione il teschio di bue che si vede impresso alla pagina 11 è inciso in rame da Agostino Caracci, il quale ritoccò alcuni dei rami del Bonasoni: confrontasi i rami delle due edizioni del simbolo medesimo in avanti, e si rico 317 nosceranno i ritocchi di Agostino. Nella primi edizione il teschio citato è inciso in legno. Magnif. esempl. in mar. dor. ec.
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2022. DURERI Alberti, Epitome in Divae Parthenices Mariae historiam per figuras digestam cum versibus annexis Ghelidonii, Impressum Norimbergae, per Albertum Durerum pictorem, 1511, in fol. Constat chartarum 21. — Accedit: Passio Domini nostri Jesu Christi ex Hyeronimo Paduano, Domenico Mancino, Sedulio et Baptista Mantuano, per Fratrem Chelidonium collecta, cum figuris Alberti Dureri pictoris, Norimbergae 1511, chart. 12.Accedit: Apocalypsis cum figuris, Norimbergae 1511, chart. 16.
2069. NAVICULA, sive speculum fatuorum praestantissimi sacrarum litterarum doctoris Jo. Begler, Kepserbergii, a Jacopo Odiero diligenter collecta, compendiosa vitae eiusdem descriptio per Beatum Rhenanum Sclestaninum, Argentorati 1511, in 4, fig.
Questa è una parafrasi della Stultifera Navis di Sebastiano Brandi con copiosissime tavole in legno di prima bellezza. Cento e dieci sono le torme dei stolti con altrettanti disegni e la tavola delle materie è copiosissima.
Questa è una parafrasi della Stultifera Navis di Sebastiano Brandi con copiosissime tavole in legno di prima bellezza. Cento e dieci sono le torme dei stolti con altrettanti disegni e la tavola delle materie è copiosissima.
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2435. CORVII Andreae mirandulensis, Liber de chiromantia, Venetiis, per Georgium de Rusconibus, 1520, in 8, fig.
Il frontespizio veramente è così espresso: Excellentissimi at singularis viris, in chiromantia exercitatissimi, Magistri Andreae Corvi mirandulensis. L’opera è dedicata a Gio. Francesco Gonzaga con 157 tavole e il testo sotto ciascuna, stampata in caratteri gotici; è raro.
Il frontespizio veramente è così espresso: Excellentissimi at singularis viris, in chiromantia exercitatissimi, Magistri Andreae Corvi mirandulensis. L’opera è dedicata a Gio. Francesco Gonzaga con 157 tavole e il testo sotto ciascuna, stampata in caratteri gotici; è raro.
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