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121. EQUICOLA Mario, Instituzioni al comporre in ogni sorte di rima della lingua volgare, con uno eruditissimo discorso della pittura e con molte secrete allegorie circa le muse e la poesia, in Milano 1541, in 4, senza nome di stampatore.
Fa questo grazioso libretto ristampato in Venezia nel 1555; ma fu ommessa allora un’interessantissima dedica ad Uberto 20 Strozzi, piena di notizie intorno a Letterati di quel tempo e a diversi improvvisatori, la quale trovandosi in questa, piuttosto rara edizione, la rende ancora più pregiata.
Fa questo grazioso libretto ristampato in Venezia nel 1555; ma fu ommessa allora un’interessantissima dedica ad Uberto 20 Strozzi, piena di notizie intorno a Letterati di quel tempo e a diversi improvvisatori, la quale trovandosi in questa, piuttosto rara edizione, la rende ancora più pregiata.
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1214. ToLOMEI Claudio, Lettere, ove di cose architettoniche e vitruviane si tratta, Venezia, Giolito 1547, in 4.
Queste entrano nella serie delle opere vitruviane: così postevi anche dal Poleni. Vedasi fra le altre alla pag. 81 la lettera al Conte Agostino de’ Landi.
Queste entrano nella serie delle opere vitruviane: così postevi anche dal Poleni. Vedasi fra le altre alla pag. 81 la lettera al Conte Agostino de’ Landi.
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3221. FICINO Marsilio, Commento sopra il Convito di Platone, Firenze, 1544, per Neri Dortellata, in 8, pr. edizione.
Questo libretto è citato fra i rari dall’Argelati, da Claudio Tolomei, dal Fontanini, dal Zeno e da altri e in ispecie dal Mazzucchelli poiché in questa prima edizione vi è un discorso dello stampatore che vuolsi esteso da Cosimo Bartoli e un’ortografia in tutta l’opera diversa dalle altre edizioni: mostrasi in quello la pronuncia fiorentina col mezzo degli accenti e dalla prefazione dello stesso Marsilio a Bernardo del Nero ed Antonio Manetti si ricava che non solo egli fece la versione in latino e il comento, ma ne fu anche il traduttore in lingua italiana. Vedasi anche Giambullari.
Questo libretto è citato fra i rari dall’Argelati, da Claudio Tolomei, dal Fontanini, dal Zeno e da altri e in ispecie dal Mazzucchelli poiché in questa prima edizione vi è un discorso dello stampatore che vuolsi esteso da Cosimo Bartoli e un’ortografia in tutta l’opera diversa dalle altre edizioni: mostrasi in quello la pronuncia fiorentina col mezzo degli accenti e dalla prefazione dello stesso Marsilio a Bernardo del Nero ed Antonio Manetti si ricava che non solo egli fece la versione in latino e il comento, ma ne fu anche il traduttore in lingua italiana. Vedasi anche Giambullari.
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