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Mariette, Pierre Jean, 1694-1774
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Early works to 1800
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Il frontespizio rappresenta un Ercole uccisore dell’Idra dipinto a fresco da Ag. Caracci in Bologna sopra un
cammino, preso dal disegno originale e intagliato dal C. di Caylus. Segue la dottissima lettera di Mariette in 12
pagine, e un elenco in fine delle opere intagliate in vari tempi di Leonardo. Poi vengono 60 teste magistralmente
intagliate dal C. di C. in 32 foglietti, meno l’ultima che è presa da un disegno di mano di Lodovico Cigoli e
figura un Redentore orante. Esemplare di prima freschezza. La collezione di questi disegni originali era forse
quella di Aurelio Luino, poi dei Gabinetto Arundeliano, in fine di M. di Caylus.
Il frontespizio rappresenta un Ercole uccisore dell’Idra dipinto a fresco da Ag. Caracci in Bologna sopra un
cammino, preso dal disegno originale e intagliato dal C. di Caylus. Segue la dottissima lettera di Mariette in 12
pagine, e un elenco in fine delle opere intagliate in vari tempi di Leonardo. Poi vengono 60 teste magistralmente
intagliate dal C. di C. in 32 foglietti, meno l’ultima che è presa da un disegno di mano di Lodovico Cigoli e
figura un Redentore orante. Esemplare di prima freschezza. La collezione di questi disegni originali era forse
quella di Aurelio Luino, poi dei Gabinetto Arundeliano, in fine di M. di Caylus.
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, Quest’opera non è se non una versione dal francese del trattato sopra le pietre intagliate di Mariette, cui il
traduttore fece utili note ed aggiunte col voto de’ primi letterati. Manca in questa materia un’opera più in grande,
che è molto desiderabile, poiché tutte le ricerche degli eruditi si sono sempre dirette per la parte storica ed
antiquaria, troppo trascurando di osservare le gemme e le medaglie come produzione dell’arte
Quest’opera non è se non una versione dal francese del trattato sopra le pietre intagliate di Mariette, cui il
traduttore fece utili note ed aggiunte col voto de’ primi letterati. Manca in questa materia un’opera più in grande,
che è molto desiderabile, poiché tutte le ricerche degli eruditi si sono sempre dirette per la parte storica ed
antiquaria, troppo trascurando di osservare le gemme e le medaglie come produzione dell’arte
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, Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per
l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono
intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò,
piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella
originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca
d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise,
indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo
digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche
di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una
preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e
finisce il volume primo con la tavola degli autori.
Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132
gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo
d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per
l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono
intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò,
piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella
originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca
d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise,
indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo
digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche
di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una
preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e
finisce il volume primo con la tavola degli autori.
Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132
gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo
d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
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,Questa è l’opera conosciuta sotto il nome di Gabinetto di Crozat con una descrizione storica di Mariette e un
estratto delle memorie della vita di ciascun artista. Prima edizione e preziosa per la freschezza e bellezza delle
stampe, di mano de’ primi intagliatori: contiene questa raccolta 182 tavole, delle quali 42 non hanno i numeri.
Questa è l’opera conosciuta sotto il nome di Gabinetto di Crozat con una descrizione storica di Mariette e un
estratto delle memorie della vita di ciascun artista. Prima edizione e preziosa per la freschezza e bellezza delle
stampe, di mano de’ primi intagliatori: contiene questa raccolta 182 tavole, delle quali 42 non hanno i numeri.
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Questa è un’opera nella quale non riconosciamo altro splendore che quello dei tipi, sembrandoci tutta la parte
calcografica al di sotto della mediocrità. Le descrizioni sono fatte da uomini distinti come il bravo Mariette, e il
conte di Caylus, e il sig. ab. Barthélémy che aggiunse la descrizione del mosaico di Palestrina. Il primo volume
contiene 35 tavole miniate a colori, e 73 pagine di testo: termina col prospetto dell’opera, da cui si vede il prezzo
enormissimo a cui giunse la prima edizione, annunciandosi però questa seconda per il mite prezzo di 900 franchi
agli associati (che non li vale). Altre 15 tavole miniate sono nel volume secondo ove trovasi la descrizione della
piramide di Cajo Cestio fatta dall’ab. Rive, e finisce colle pitture dei bagni di Costantino, e le nozze
Aldobrandine. Amendue i volumi riuniti in un solo in mar. dor. formano appena la grossezza di un tomo ordinario.
Il librajo Molini riprodusse quest’opera in Parigi con questa 2 edizione non inferiore di molto alla prima, e molto
più completa di quella. Tirata al numero di soli 100 esemplari.
Questa è un’opera nella quale non riconosciamo altro splendore che quello dei tipi, sembrandoci tutta la parte
calcografica al di sotto della mediocrità. Le descrizioni sono fatte da uomini distinti come il bravo Mariette, e il
conte di Caylus, e il sig. ab. Barthélémy che aggiunse la descrizione del mosaico di Palestrina. Il primo volume
contiene 35 tavole miniate a colori, e 73 pagine di testo: termina col prospetto dell’opera, da cui si vede il prezzo
enormissimo a cui giunse la prima edizione, annunciandosi però questa seconda per il mite prezzo di 900 franchi
agli associati (che non li vale). Altre 15 tavole miniate sono nel volume secondo ove trovasi la descrizione della
piramide di Cajo Cestio fatta dall’ab. Rive, e finisce colle pitture dei bagni di Costantino, e le nozze
Aldobrandine. Amendue i volumi riuniti in un solo in mar. dor. formano appena la grossezza di un tomo ordinario.
Il librajo Molini riprodusse quest’opera in Parigi con questa 2 edizione non inferiore di molto alla prima, e molto
più completa di quella. Tirata al numero di soli 100 esemplari.
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, Queste discussioni in via di note fatte alla Lettera di Mariette sono seguite da alcuni dialoghi, il tutto tendente a
provare, contro l’avviso dei letterati stranieri, la superiorità dei romani ai greci nella magnificenza
dell’architettura.
Queste discussioni in via di note fatte alla Lettera di Mariette sono seguite da alcuni dialoghi, il tutto tendente a
provare, contro l’avviso dei letterati stranieri, la superiorità dei romani ai greci nella magnificenza
dell’architettura.
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