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1615 to 1618
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Bello esemplare della biblioteca del Duca di Malborough.
Bello esemplare della biblioteca del Duca di Malborough.
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, Sonovi 54 tavole non compresovi il frontespizio di elegante incisione. Unito al De Bry Proscenium vitae
humanae.
Sonovi 54 tavole non compresovi il frontespizio di elegante incisione. Unito al De Bry Proscenium vitae
humanae.
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, Le tavole sono 60 compresa quella del frontespizio e sono intagliate colla maggiore accuratezza.
Le tavole sono 60 compresa quella del frontespizio e sono intagliate colla maggiore accuratezza.
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,Questo è uno dei più rari e ad un tempo più giudiziosi libri di fisonomia con ventisei tavole stampate fra il testo e
incise con molta accuratezza.
Questo è uno dei più rari e ad un tempo più giudiziosi libri di fisonomia con ventisei tavole stampate fra il testo e
incise con molta accuratezza.
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, Colle figure in legno fra il testo.
Colle figure in legno fra il testo.
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, Colle figure in legno fra il testo: oltre il ritratto del Porta e quello del Cardinal d’Este.
Colle figure in legno fra il testo: oltre il ritratto del Porta e quello del Cardinal d’Este.
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, Trattasi se le medaglie antiche fossero monete, di quali materie fossero composte, del loro peso e valore relativo
e del pregio in cui tengonsi attualmente le più antiche.
Trattasi se le medaglie antiche fossero monete, di quali materie fossero composte, del loro peso e valore relativo
e del pregio in cui tengonsi attualmente le più antiche.
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, Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
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, Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
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