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Genre
Early works to 1800
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Publication Year
1500 to 1549
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In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo
esemplare.
In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo
esemplare.
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L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di
Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro
cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e
sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di
Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro
cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e
sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
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Sono in questa seconda edizione aggiunte le tavole delle materie che occupano 15 foglietti.
Sono in questa seconda edizione aggiunte le tavole delle materie che occupano 15 foglietti.
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Dedicato al Doge Francesco Donà da Giovanni Marquale, in 12.
Figurato in legno con molla eleganza. Sono queste 141 pagine impresse colle tavole, sotto le quali stanno le
dichiarazioni in versi italiani.
Dedicato al Doge Francesco Donà da Giovanni Marquale, in 12.
Figurato in legno con molla eleganza. Sono queste 141 pagine impresse colle tavole, sotto le quali stanno le
dichiarazioni in versi italiani.
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, In questa edizione il teschio di bue che si vede impresso alla pagina 11 è inciso in rame da Agostino Caracci, il
quale ritoccò alcuni dei rami del Bonasoni: confrontasi i rami delle due edizioni del simbolo medesimo in avanti,
e si rico 317 nosceranno i ritocchi di Agostino. Nella primi edizione il teschio citato è inciso in legno.
Magnif. esempl. in mar. dor. ec.
In questa edizione il teschio di bue che si vede impresso alla pagina 11 è inciso in rame da Agostino Caracci, il
quale ritoccò alcuni dei rami del Bonasoni: confrontasi i rami delle due edizioni del simbolo medesimo in avanti,
e si rico 317 nosceranno i ritocchi di Agostino. Nella primi edizione il teschio citato è inciso in legno.
Magnif. esempl. in mar. dor. ec.
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, Quest’elegante esemplare ha le tavole intagliate in legno con bella esecuzione, e nel trattato della fisionomia
sono impresse fra il testo.Il trattato poi di chiromamtica qui stampato è quello stesso di Andrea Corvi
mirandolano con altre tavole, ma più eleganti e nello stesso numero di 157 che era stato prodotto nel 1520. Vedi
anche Tricasso.
Quest’elegante esemplare ha le tavole intagliate in legno con bella esecuzione, e nel trattato della fisionomia
sono impresse fra il testo.Il trattato poi di chiromamtica qui stampato è quello stesso di Andrea Corvi
mirandolano con altre tavole, ma più eleganti e nello stesso numero di 157 che era stato prodotto nel 1520. Vedi
anche Tricasso.
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, Questo libretto è citato fra i rari dall’Argelati, da Claudio Tolomei, dal Fontanini, dal Zeno e da altri e in ispecie
dal Mazzucchelli poiché in questa prima edizione vi è un discorso dello stampatore che vuolsi esteso da Cosimo
Bartoli e un’ortografia in tutta l’opera diversa dalle altre edizioni: mostrasi in quello la pronuncia fiorentina col
mezzo degli accenti e dalla prefazione dello stesso Marsilio a Bernardo del Nero ed Antonio Manetti si ricava
che non solo egli fece la versione in latino e il comento, ma ne fu anche il traduttore in lingua italiana. Vedasi
anche Giambullari.
Questo libretto è citato fra i rari dall’Argelati, da Claudio Tolomei, dal Fontanini, dal Zeno e da altri e in ispecie
dal Mazzucchelli poiché in questa prima edizione vi è un discorso dello stampatore che vuolsi esteso da Cosimo
Bartoli e un’ortografia in tutta l’opera diversa dalle altre edizioni: mostrasi in quello la pronuncia fiorentina col
mezzo degli accenti e dalla prefazione dello stesso Marsilio a Bernardo del Nero ed Antonio Manetti si ricava
che non solo egli fece la versione in latino e il comento, ma ne fu anche il traduttore in lingua italiana. Vedasi
anche Giambullari.
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