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Nel 1760 il conte Carli fece stampare dallo Storti in Venezia questo primo volume che non fu poi mai pubblicato,
essendo rimasto come inedito assieme ad altre dissertazioni parimenti stampate, e non pubblicate. Quando poi
pubblicò la sua Storia delle antichità italiche fuse questo primo volume, se non tutto in parte almeno, in
quell’opera dottissima; e queste ed altre nozioni su tal proposito abbiamo del coltissimo di lui figlio il C.
Agostino vivente.
Nel 1760 il conte Carli fece stampare dallo Storti in Venezia questo primo volume che non fu poi mai pubblicato,
essendo rimasto come inedito assieme ad altre dissertazioni parimenti stampate, e non pubblicate. Quando poi
pubblicò la sua Storia delle antichità italiche fuse questo primo volume, se non tutto in parte almeno, in
quell’opera dottissima; e queste ed altre nozioni su tal proposito abbiamo del coltissimo di lui figlio il C.
Agostino vivente.
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Opuscoletto estratto da un volume di prose e discorsi degli Accademici Gelati di Bologna.
Opuscoletto estratto da un volume di prose e discorsi degli Accademici Gelati di Bologna.
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, Tavole 44 di bellissima, esecuzione, sulle quali il testo è intagliato. Vi si trova aggiunto
Tavole 44 di bellissima, esecuzione, sulle quali il testo è intagliato. Vi si trova aggiunto
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,
con otto emblemi.
— Aggiuntovi Psaffone trattato d’Amore, Bol. 1590.
Questi tre libretti sono ornati di un bellissimo intaglio nel frontespizio di Agostino Caracci.
con otto emblemi.
— Aggiuntovi Psaffone trattato d’Amore, Bol. 1590.
Questi tre libretti sono ornati di un bellissimo intaglio nel frontespizio di Agostino Caracci.
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, Alcune figure furono disegnate da Leonardo da Vinci e deve riguardarsi come autore di questo prezioso libro
Pietro della Francesca da Borgo S. Sepolcro, uomo di grande dottrina come si trova in alcuni suoi manoscritti
inediti, che esistevano presso il pittore Giuseppe Bossi. Mar. dorato.
Alcune figure furono disegnate da Leonardo da Vinci e deve riguardarsi come autore di questo prezioso libro
Pietro della Francesca da Borgo S. Sepolcro, uomo di grande dottrina come si trova in alcuni suoi manoscritti
inediti, che esistevano presso il pittore Giuseppe Bossi. Mar. dorato.
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Questi rari opuscoli dell’Albertino sono preziosi perché dimostrano le cose che erano allora scoperte in Roma, e
quelle che si andavano scuoprendo. Viene però citata di questo libro una prima edizione del 1508 che non
conosciamo. Parecchie ne vennero posteriori, e si ristampò anche fuori d’Italia come riferiscono i bibliografi
pontificj.
Questi rari opuscoli dell’Albertino sono preziosi perché dimostrano le cose che erano allora scoperte in Roma, e
quelle che si andavano scuoprendo. Viene però citata di questo libro una prima edizione del 1508 che non
conosciamo. Parecchie ne vennero posteriori, e si ristampò anche fuori d’Italia come riferiscono i bibliografi
pontificj.
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167
, L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di
Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro
cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e
sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di
Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro
cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e
sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
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Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno
sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con
autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali:
Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in
principio.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno
sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con
autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali:
Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in
principio.
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, In questa edizione il teschio di bue che si vede impresso alla pagina 11 è inciso in rame da Agostino Caracci, il
quale ritoccò alcuni dei rami del Bonasoni: confrontasi i rami delle due edizioni del simbolo medesimo in avanti,
e si rico 317 nosceranno i ritocchi di Agostino. Nella primi edizione il teschio citato è inciso in legno.
Magnif. esempl. in mar. dor. ec.
In questa edizione il teschio di bue che si vede impresso alla pagina 11 è inciso in rame da Agostino Caracci, il
quale ritoccò alcuni dei rami del Bonasoni: confrontasi i rami delle due edizioni del simbolo medesimo in avanti,
e si rico 317 nosceranno i ritocchi di Agostino. Nella primi edizione il teschio citato è inciso in legno.
Magnif. esempl. in mar. dor. ec.
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, In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va
sino al fine al 265. Edizione completa.
In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va
sino al fine al 265. Edizione completa.
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A tergo di questo frontespizio seguono i privilegi di Leon X 129 e Francesco I. Indi in sei susseguenti
foglietti le tavole dei vocaboli e dei capitoli. Nell’ottavo foglio è l’orazione di Luigi Pirovano ai patrizi e al
popolo di Milano, da cui si riconosce che avanti di stampare questa traduzione, fu data a rivedere ed emendare a
Mauro Bono bergamasco, uomo in quest’arte esperto: a tergo di quest’indirizzo è la prefazione o dedica a
Francesco re di Francia e duca di Milano, stesa da Agostino Gallo novocomense, regio Referendario in Milano.
Dopo questi otto fogli comincia l’opera cosi Di Lucio Vitruvio Pollione, a Cesare Angusto, de Architectura
incomenza il primo libro. Translato in vulgare. sermone commentato ed figurato do Cesare Cesariano cittadino
mediolanense professore di architettura; con moltissime note ripiene di cognizioni in materia di arte e gran
numero di tavole intagliate in legno, fra le quali gli antichi disegni dell’alzato e pianta del duomo di Milano.
Continua il testo per cento ottanta tre fogli, nell’ultimo de’ quali finis. Qui finisce l’opera, preclara de L. Vitr.
Pol. de Architectura, traducta de latino in vulgare, historiata e commentata a spese e istanzia del magnifico D.
Augustino Gallo cittadino comense, e r. referendario ec. e del nobile D. Alvisio Pirovano patricio milanese. ec.
ec. Impressa nell’amena et delectevole citade de Como per magistro Goiardo da Ponte citadino milanese
nell’anno di N. S. G. Cristo 1521. 25 mensis Julii regnante il Christianissimo re di Francia Francisco Duca de
Milano etc. tic. A tergo è il registro de’ fogli: l’ultimo foglio poi contiene la tavola degli errori e una protesta
singolare del Gallo e del Pirovano contro il Cesariano che partì da Como, lasciando i suoi mecenati
nell’imbroglio della stampa e della revisione, dopo consegnatoli manoscritto: ragione per cui ebbero bisogno
dell’aiuto di Benedetto Giovio e Mauro Bono per condurre una sì laboriosa edizione.
Gli esemplari di bella conservazione sono rari; difficilmente si conosce il più insigne di questo nostro, che
apparteneva al Tuano.
A tergo di questo frontespizio seguono i privilegi di Leon X 129 e Francesco I. Indi in sei susseguenti
foglietti le tavole dei vocaboli e dei capitoli. Nell’ottavo foglio è l’orazione di Luigi Pirovano ai patrizi e al
popolo di Milano, da cui si riconosce che avanti di stampare questa traduzione, fu data a rivedere ed emendare a
Mauro Bono bergamasco, uomo in quest’arte esperto: a tergo di quest’indirizzo è la prefazione o dedica a
Francesco re di Francia e duca di Milano, stesa da Agostino Gallo novocomense, regio Referendario in Milano.
Dopo questi otto fogli comincia l’opera cosi Di Lucio Vitruvio Pollione, a Cesare Angusto, de Architectura
incomenza il primo libro. Translato in vulgare. sermone commentato ed figurato do Cesare Cesariano cittadino
mediolanense professore di architettura; con moltissime note ripiene di cognizioni in materia di arte e gran
numero di tavole intagliate in legno, fra le quali gli antichi disegni dell’alzato e pianta del duomo di Milano.
Continua il testo per cento ottanta tre fogli, nell’ultimo de’ quali finis. Qui finisce l’opera, preclara de L. Vitr.
Pol. de Architectura, traducta de latino in vulgare, historiata e commentata a spese e istanzia del magnifico D.
Augustino Gallo cittadino comense, e r. referendario ec. e del nobile D. Alvisio Pirovano patricio milanese. ec.
ec. Impressa nell’amena et delectevole citade de Como per magistro Goiardo da Ponte citadino milanese
nell’anno di N. S. G. Cristo 1521. 25 mensis Julii regnante il Christianissimo re di Francia Francisco Duca de
Milano etc. tic. A tergo è il registro de’ fogli: l’ultimo foglio poi contiene la tavola degli errori e una protesta
singolare del Gallo e del Pirovano contro il Cesariano che partì da Como, lasciando i suoi mecenati
nell’imbroglio della stampa e della revisione, dopo consegnatoli manoscritto: ragione per cui ebbero bisogno
dell’aiuto di Benedetto Giovio e Mauro Bono per condurre una sì laboriosa edizione.
Gli esemplari di bella conservazione sono rari; difficilmente si conosce il più insigne di questo nostro, che
apparteneva al Tuano.
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, Questa edizione non è dissimile da quella del 1513 dello stesso Giunta, se non in quanto che gli errori nella
prima descritti nell’indice, sono in questa corretti. Le figure sono esattamente le stesse.
Questa edizione non è dissimile da quella del 1513 dello stesso Giunta, se non in quanto che gli errori nella
prima descritti nell’indice, sono in questa corretti. Le figure sono esattamente le stesse.
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, Libro raro e singolare e ricchissimo di erudizione varia, al quale vennero accordati estesi privilegi, come ad un
opera di grande utilità ed originalità. L’autore copia di pianta il Paciolo che lo aveva preceduto, e poi lo nota di
aironi piccoli errori ingratissimamente per screditarlo, e mercar favore all’opera propria. L’opera è divisa in tre
libri stampata in 80 foglietti numerati e le copiose tavole e vignette sono intagliate in legno benissimo.
Esemplare in cuoio russo dor.
Libro raro e singolare e ricchissimo di erudizione varia, al quale vennero accordati estesi privilegi, come ad un
opera di grande utilità ed originalità. L’autore copia di pianta il Paciolo che lo aveva preceduto, e poi lo nota di
aironi piccoli errori ingratissimamente per screditarlo, e mercar favore all’opera propria. L’opera è divisa in tre
libri stampata in 80 foglietti numerati e le copiose tavole e vignette sono intagliate in legno benissimo.
Esemplare in cuoio russo dor.
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Le stampe sono le medesime che servirono all’edizione tedesca.
Le stampe sono le medesime che servirono all’edizione tedesca.
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Vi ha anche un altro esemplare di tutte le opere di questo autore stampate a Parigi in latino nel
1557 che appartenne al Tuano, nitidissima edizione.
La dottrina di Alberto Durero estesa in questo libro di geometria, fa conoscere come egli sapeva applicarla ad
ogni modo dell’arte. Le tavole sono in legno, e vi si trovano gli elementi della prospettiva, dell’obiettiva, le
proporzioni delle lettere ec. ec.
La dottrina di Alberto Durero estesa in questo libro di geometria, fa conoscere come egli sapeva applicarla ad
ogni modo dell’arte. Le tavole sono in legno, e vi si trovano gli elementi della prospettiva, dell’obiettiva, le
proporzioni delle lettere ec. ec.
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Meno alcune correzioni di ortografia, poco dissimile è questa edizione da quella del 1524, e le tavole in legno
sono esattamente le stesse. Il frontespizio ha un contorno figurato di cavalli e trofei con varie marche; se alcuna
sembra doversi intendere per cifra dell’incisore, direbbesi esser quella nel mezzo a pie’ di pagina F. M.
Meno alcune correzioni di ortografia, poco dissimile è questa edizione da quella del 1524, e le tavole in legno
sono esattamente le stesse. Il frontespizio ha un contorno figurato di cavalli e trofei con varie marche; se alcuna
sembra doversi intendere per cifra dell’incisore, direbbesi esser quella nel mezzo a pie’ di pagina F. M.
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