The Digital Cicognara Library

Search Constraints

Number of results to display per page

Search Results

205. SCARAMUCCIA Luigi perugino, Le finezze dei pennelli italiani ammirate e studiate da Giuripeno sotto la scorta di Raffaello d’Urbino, Pavia 1674, in 4. Col ritratto dell’autore dis. dal cavaliere del Cairo, scolpito da I. B. Bonacina.
206. SCARAMUCCIA Luigi perugino, Altro esemplare colle aggiunte e mutazioni che si credono di Luigi Scaramuccia medesimo, forse per fare una edizione più corretta del libro.
Sotto il nome di Giuripeno anagramma di Perugino, lo Scaramuccia descrive tutto ciò che di bello ha veduto viaggiando l’Italia, accompagnato dal genio di Raffaello. Dopo di che seguono alcuno precetti dell’arte.
Sotto il nome di Giuripeno anagramma di Perugino, lo Scaramuccia descrive tutto ciò che di bello ha veduto viaggiando l’Italia, accompagnato dal genio di Raffaello. Dopo di che seguono alcuno precetti dell’arte.
Show More
756. CHIARAMONTE Scipione, Delle scene e teatri, Cesena 1670, in 8, fig. opera postuma.
Con alcune figure dimostrative intagliate in legno. Quest’opera riguarda soltanto la parte prospettica.
Con alcune figure dimostrative intagliate in legno. Quest’opera riguarda soltanto la parte prospettica.
Show More
940. MARTINELLI cav. D. Agostino ferrarese, Descrizione di diversi ponti esistenti sopra i fiumi Nera e Tevere: con un discorso particolare della navigazione da Perugia a Roma, Roma 1676, in 4, fig.
1382. TASSOLO Domenico, Trionfi, feste e livree, fatte dai conservatori e popolo romano e da tutte le arti di Roma nell’entrata del Sig. Marc’Antonio Colonna, Venezia 1671, in 6.
Non sono che otto pagine contenenti una lettera elegantissima scritta da Roma al molto Magnifico Messer Annibale da Domenico Tassolo e Baldassare Mariotti.
Non sono che otto pagine contenenti una lettera elegantissima scritta da Roma al molto Magnifico Messer Annibale da Domenico Tassolo e Baldassare Mariotti.
Show More MDLXXIV
1469. TEATRO de la gloria consagrado a la Exma Sennora Donna Felize de Sandaval Enriquez Duquessa de Uceda difunta, Milano 1671, in fol. fig.
Le invenzioni furono di Cesare Fiore architetto ed espresse in otto grandi tavole.
Le invenzioni furono di Cesare Fiore architetto ed espresse in otto grandi tavole.
Show More MDCLXXI
1470. MACIGNI Manfr., Esequie del Sereniss. Ferdinando II, Gran Duca di Toscana celebrate in Firenze dal Gran Duca Cosimo III, descritte da Manfredi Macigni, Firenze 1671, in 4, fig.
Le composizioni, allusioni ec. furono di Andrea Cavalcanti, Carlo Dati, Francesco Redi, Francesco Doni, Lorenzo Magalotti e Vincenzo da Filicaja; Ferdinando Tacca architetto ornò a tal uopo il tempio di S. Lorenzo. Giovan Battista Falda fece le due belle tavole in foglio dei prospetti che veggonsi: 252 e l’orazione funebre che leggei in fine fu scritta da Luigi Rucellai.
Le composizioni, allusioni ec. furono di Andrea Cavalcanti, Carlo Dati, Francesco Redi, Francesco Doni, Lorenzo Magalotti e Vincenzo da Filicaja; Ferdinando Tacca architetto ornò a tal uopo il tempio di S. Lorenzo. Giovan Battista Falda fece le due belle tavole in foglio dei prospetti che veggonsi: 252 e l’orazione funebre che leggei in fine fu scritta da Luigi Rucellai.
Show More MDCLXXV
1471. VASCO Giulio, Del funerale celebrato nel Duomo di Torino all’Altezza R. di Carlo Emanuele II, Torino 1675, in fol. fig.
La narrazione e del P. Giulio Vasco gesuiti con sei tavole intagliate in gran foglio.
La narrazione e del P. Giulio Vasco gesuiti con sei tavole intagliate in gran foglio.
Show More MDCLXXX
2138. VITA et Miracula SS. Patris Benedicii aeneis typis accuratissime delineata, Romae 1678.
Composta di 50 tavole in fol., le quali sono contrassegnate in qualche luogo dal nome di Bernardino Passeri pittore e intagliatore che lavorò moltissimo in Roma con troppa facilità e intagliò anche un’altra vita di S Brunone.
Composta di 50 tavole in fol., le quali sono contrassegnate in qualche luogo dal nome di Bernardino Passeri pittore e intagliatore che lavorò moltissimo in Roma con troppa facilità e intagliò anche un’altra vita di S Brunone.
Show More
2310. MALVASIA Conte Carlo Cesare, La Felsina pittrice, Vite de’ pittori bolognesi divise in due tomi, con indici in fine copiosissimi, Bologna 1678, in 4 vol. 2. Per l’erede di Domenico Barbieri.
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati, incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi Crespi, Bianconi, Vittoria, Dialoghi.
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati, incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi Crespi, Bianconi, Vittoria, Dialoghi.
Show More