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Language
Italian
Remove constraint Language: Italian
Publication Year
1739
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Opera superficiale.
Opera superficiale.
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Con quantità eli annotazioni e postille tolte dal manoscritto autografo esistente in casa del Principe Ercolani ed
estratte di pugno dal segretario Carlo Bianconi nel 1795. Quest’opera è in ogni vita preceduta dal ritratto
dell’autore.
Con quantità eli annotazioni e postille tolte dal manoscritto autografo esistente in casa del Principe Ercolani ed
estratte di pugno dal segretario Carlo Bianconi nel 1795. Quest’opera è in ogni vita preceduta dal ritratto
dell’autore.
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Sono esposti i pareri dell’uno e dell’altro in colonna ed è estratto dal Giornale dei Letterati di Pisa.
Sono esposti i pareri dell’uno e dell’altro in colonna ed è estratto dal Giornale dei Letterati di Pisa.
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Opera grandiosa e di buona esecuzione, coll’intaglio in legno di tutti i sigilli e di altri monumenti, ripiena di
vastissima erudizione.
Opera grandiosa e di buona esecuzione, coll’intaglio in legno di tutti i sigilli e di altri monumenti, ripiena di
vastissima erudizione.
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, Questa è quella parte di testo, che doveva accompagnar le figure, la quale comparve alla luce avanti che Michele
d’Overbeke pubblicasse il tutto nei tre grandi volumi in foglio l’anno 1763. Col ritratto dell’autore in fronte.
Questa è quella parte di testo, che doveva accompagnar le figure, la quale comparve alla luce avanti che Michele
d’Overbeke pubblicasse il tutto nei tre grandi volumi in foglio l’anno 1763. Col ritratto dell’autore in fronte.
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, L’opera è piena di tavole e monumenti parte intagliati in 231 legno, e parte in rame stampati fra il testo. È
singolare la bonarietà di questo scrittore, e antiquario, con cui beveva all’ingrosso ciò che gli veniva presentato.
Basti il vedere la dissertazione che è stampata in quest’opera a p. 53 fino alla 64 nella quale intende a provare, e
spiegare, che una moderna incisione in cristallo (di Valerio Belli vicentino) sia un antichissimo monumento, e
non solo non ravvisa lo stile del cinquecento, ma studiasi a spiegare, dopo un diluvio di deduzioni e congetture,
che il nome dell’autore scrittovi a gran caratteri, come sempre soleva VALE. VI. F. voglia dire vale, vive felix.
Tenga le risa chi può.
L’opera è piena di tavole e monumenti parte intagliati in 231 legno, e parte in rame stampati fra il testo. È
singolare la bonarietà di questo scrittore, e antiquario, con cui beveva all’ingrosso ciò che gli veniva presentato.
Basti il vedere la dissertazione che è stampata in quest’opera a p. 53 fino alla 64 nella quale intende a provare, e
spiegare, che una moderna incisione in cristallo (di Valerio Belli vicentino) sia un antichissimo monumento, e
non solo non ravvisa lo stile del cinquecento, ma studiasi a spiegare, dopo un diluvio di deduzioni e congetture,
che il nome dell’autore scrittovi a gran caratteri, come sempre soleva VALE. VI. F. voglia dire vale, vive felix.
Tenga le risa chi può.
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