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Opera al di sotto della mediocrità, che anticipa sul gusto infelice del secolo; con 21 tavole diligentemente
intagliate.
Opera al di sotto della mediocrità, che anticipa sul gusto infelice del secolo; con 21 tavole diligentemente
intagliate.
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L’invenzione e le poesie furono di Andrea
Salvadori.
L’invenzione e le poesie furono di Andrea
Salvadori.
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MDCXVI
, Sono gli stessi intagli in legno dell’elegante edizione del 1549 stampati senza contorno.
Sono gli stessi intagli in legno dell’elegante edizione del 1549 stampati senza contorno.
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, Opera utile per le memorie patrie e per molte nozioni antiquarie con numerose tavole stampate fra il testo e il
frontespizio figurato inciso da Cesare Bassano.
Opera utile per le memorie patrie e per molte nozioni antiquarie con numerose tavole stampate fra il testo e il
frontespizio figurato inciso da Cesare Bassano.
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,Le tavole sono 60 compresa quella del frontespizio e sono intagliate colla maggiore accuratezza.
Le tavole sono 60 compresa quella del frontespizio e sono intagliate colla maggiore accuratezza.
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,Colle figure in legno fra il testo.
Colle figure in legno fra il testo.
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, Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
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, Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
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, Con due gran tavole in legno. Opera eruditissima
Con due gran tavole in legno. Opera eruditissima
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, Rara e curiosa opera di questo antiquario. Nel principio del nostro esemplare trovasi un gran foglio doppio, in cui
sono intagliate 59 teste intitolate: Portraits des faux Dicux, et Déesses de l’ancien Paganisme, tirées sur des
médailles antiques. I. le Clerc excudit. Sembra che questa stampa non si riconosca negli altri esemplari, e sia
aggiunta nel nostro, ma non abbiamo notizia di questo antico calcografo o intagliatore, che lavorò sul bello stile
della Scuola Italiana.
Rara e curiosa opera di questo antiquario. Nel principio del nostro esemplare trovasi un gran foglio doppio, in cui
sono intagliate 59 teste intitolate: Portraits des faux Dicux, et Déesses de l’ancien Paganisme, tirées sur des
médailles antiques. I. le Clerc excudit. Sembra che questa stampa non si riconosca negli altri esemplari, e sia
aggiunta nel nostro, ma non abbiamo notizia di questo antico calcografo o intagliatore, che lavorò sul bello stile
della Scuola Italiana.
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