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24. DIALOGHI sopra le tre arti del disegno, Lucca 1754, in 8. Con una tavola in rame nel frontispizio rappresentante Tiziano in atto di dipingere una Venere.
25. DIALOGHI, La stessa opera corretta ed accresciuta, Firenze l770, in 12.
L’autore si è conservato anonimo, quantunque sappiasi essere Monsig Bottari ed il libro è pieno di eccellenti dottrine; gl’interlocutori sono Giovan Pietro Bellori e Carlo Maratta.
L’autore si è conservato anonimo, quantunque sappiasi essere Monsig Bottari ed il libro è pieno di eccellenti dottrine; gl’interlocutori sono Giovan Pietro Bellori e Carlo Maratta.
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43. MORELLI D. Iacopo, Notizie d’opere di disegno nella prima metà del secolo XVI scritta da un anonimo di quel tempo, pubblicata in Bassano 1800, in 8.
Libro utilissimo per la ricognizione di molte opere e di molti autori.
Libro utilissimo per la ricognizione di molte opere e di molti autori.
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74. ARMENINI Giovan Battista da Faenza, Dei veri precetti della pittura libri tre, Ravenna 1587, in 4 pic. Prima edizione, esemplare in mar. dorato.
134. GILIO Giovanni Andrea da Fabriano, Due Dialoghi, nel primo de’ quali si ragiona delle parti morali e civili de’ letterati e cortigiani e dell’utile che i principi cavano da’ letterati; nel secondo si tratta degli errori de’ pittori circa le storie, in Camerino, presso Antonio Gioioso, 1564, in 4.
In questo libro è riunito un magazzino d’erudizioni con poco ordine per mettere in evidenza l’autore, senza che le arti ne abbiano tratto profitto. L’edizione è accurata.
In questo libro è riunito un magazzino d’erudizioni con poco ordine per mettere in evidenza l’autore, senza che le arti ne abbiano tratto profitto. L’edizione è accurata.
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190. PRUNETTI Michel Angelo, Saggio pittorico, Roma 1786, in 12.
Nelle quattro parti in cui è diviso questo libro sono epilogate una quantità di nozioni teoriche e storiche e una quantità immensa di sentenze e di giudizi, che la brevità dell’opera non ha permesso giustificare.
Nelle quattro parti in cui è diviso questo libro sono epilogate una quantità di nozioni teoriche e storiche e una quantità immensa di sentenze e di giudizi, che la brevità dell’opera non ha permesso giustificare.
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199. RICHARDSON, Traité de la peinture et de la sculpture divisé en trois tomes, Amsterdam 1728, in 12, vol. 3, rel. In 2.
Di quest’opera originariamente scritta in inglese furono autori i due Richardson, padre e figlio. Il primo di questi rividde la traduzione francese e vi pose la prefazione, lodandosi dei due che vi contribuirono, M. A. Rutgers il giovine, e M. Tenkate: l’ultimo dei quali aggiunse nel volume 3 un discorso preliminare sul bello ideale. Quest’opera è fatta con molta critica e qualunque siano i molti giudizi che in essa si danno, fu delle prime che enunciassero opere degli artisti, non colle sole aride notizie biografiche.
Di quest’opera originariamente scritta in inglese furono autori i due Richardson, padre e figlio. Il primo di questi rividde la traduzione francese e vi pose la prefazione, lodandosi dei due che vi contribuirono, M. A. Rutgers il giovine, e M. Tenkate: l’ultimo dei quali aggiunse nel volume 3 un discorso preliminare sul bello ideale. Quest’opera è fatta con molta critica e qualunque siano i molti giudizi che in essa si danno, fu delle prime che enunciassero opere degli artisti, non colle sole aride notizie biografiche.
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204. SCANELLI Francesco da Forlì, Il microcosco della33 pittura. Trattato diviso in due libri, Cesena, per il Neri, 1657, in 4. Dedicato a Francesco d’Este duca di Modena. Esemplare intonso.
Libro ripieno di buone notizie. Nel principio deve trovarsi una stampa, ove in alto è lo stemma di casa d’Este sostenuto da vari geni. La pittura assisa sull’arco dell’iride e tre figure ignude coi loro attributi nel basso, rappresentanti le tre scuole: romana, veneta e lombarda. Ivi leggesi Io Franc. Centen. Inv. Mucius Centen Sculp.
Libro ripieno di buone notizie. Nel principio deve trovarsi una stampa, ove in alto è lo stemma di casa d’Este sostenuto da vari geni. La pittura assisa sull’arco dell’iride e tre figure ignude coi loro attributi nel basso, rappresentanti le tre scuole: romana, veneta e lombarda. Ivi leggesi Io Franc. Centen. Inv. Mucius Centen Sculp.
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249. BENINCASA Bartolommeo, Descrizione della raccolta di stampe del cavalier Durazzo, esposta in una dissertazione sull’arte dell’intaglio e stampa, Parma 1784, in 4. Col ritratto in principio del collettore.
Bellissima edizione resa oggi rara.
Bellissima edizione resa oggi rara.
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391. ALBERTOLI Giocondo, Alcune decorazioni di nobili sale ed altri ornamenti incisi da Giacomo Mercoli e da Andrea de Bernardis, Milano 1787.
Questa è la seconda parte dell’opera dedicata al C. di Wilzeck. Dopo la dedica sta una prefazione al lettore; e seguono 23 bellissime tavole, a cui va unita.
Questa è la seconda parte dell’opera dedicata al C. di Wilzeck. Dopo la dedica sta una prefazione al lettore; e seguono 23 bellissime tavole, a cui va unita.
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393. ALBERTOLI Giocondo, Alcune decorazioni di nobili sale ed altri ornamenti incisi da Giacomo Mercoli e da Andrea de Bernardis, Milano 1787, in fol. mass.
Unitovi il Corso Elementare, il quale contiene le 23 tavole della seconda parte dell’opera. Trovasi legata anche la prima parte contenente altre 24 tavole di diversi ornamenti, pubblicati nel 1781. Ma è da notarsi l’immensa diversità delle stampe di questa prima parte, quando trovansi riunite alla seconda, o alla terza, essendo logoratissime pel gran successo e smercio che ebbero, cosicché per chiarirsi dell’antichità della prima parte, è d’uopo osservare la carta in cui sono tirate; 71mentre per la prima impressione si adoperò carta meno candida e più piccola.
Unitovi il Corso Elementare, il quale contiene le 23 tavole della seconda parte dell’opera. Trovasi legata anche la prima parte contenente altre 24 tavole di diversi ornamenti, pubblicati nel 1781. Ma è da notarsi l’immensa diversità delle stampe di questa prima parte, quando trovansi riunite alla seconda, o alla terza, essendo logoratissime pel gran successo e smercio che ebbero, cosicché per chiarirsi dell’antichità della prima parte, è d’uopo osservare la carta in cui sono tirate; 71mentre per la prima impressione si adoperò carta meno candida e più piccola.
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517. GIOPPREDO Mario, Dell’architettura, parte prima, nella quale si tratta degli ordini dell’architettura de’ Greci e degl’Italiani e si danno le regole più spedite per disegnare, Napoli 1768, in fol. mass. Fig.
Quest’autore aveva una felice natural disposizione per l’architettura e nell’opera sua, che non poté proseguire, come sembrava disposto a fare, per essere mancato a’ vivi, travedasi il buon gusto in quanto imitò e studiò Vitruvio e il cattivo per la pessima istruzione che ebbe da Martino Bonocore suo istitutore. Le 31 tavole sono di nitido e bell’intaglio in grandiosa dimensione incise da Francesco Gemignani.
Quest’autore aveva una felice natural disposizione per l’architettura e nell’opera sua, che non poté proseguire, come sembrava disposto a fare, per essere mancato a’ vivi, travedasi il buon gusto in quanto imitò e studiò Vitruvio e il cattivo per la pessima istruzione che ebbe da Martino Bonocore suo istitutore. Le 31 tavole sono di nitido e bell’intaglio in grandiosa dimensione incise da Francesco Gemignani.
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525. GUARINI Padre D. Guarino, Disegni d’architettura civile ed ecclesiastica, Torino 1668, in fol. fig.
Un avviso al lettore indica che, essendo morto il padre Guarino avanti che potessero pubblicarsi le sue opere d’architettura, il pubblico, (o lo stampatore) era così impaziente di farne noti i disegni, che si diedero alla luce separati dal testo. Le medesime tavole servirono all’opera dell’Architettura civile.
Un avviso al lettore indica che, essendo morto il padre Guarino avanti che potessero pubblicarsi le sue opere d’architettura, il pubblico, (o lo stampatore) era così impaziente di farne noti i disegni, che si diedero alla luce separati dal testo. Le medesime tavole servirono all’opera dell’Architettura civile.
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526. GUARINI Padre D. Guarino, Architettura civile, opera postuma dedicata a S. R. Maestà, Torino 1737, vol. 2 in fol. fig.
Opera divisa in cinque trattati dell’architettura in generale: dell’iconografìa, dell’ortografia elevata, dell’ortografia gettata, della geodesia. Il primo volume è consacrato al testo, il secondo alle tavole che sono il risultato il più strano d’un imaginazione sregolata e priva di retto senso e di ogni sorta di gusto.
Opera divisa in cinque trattati dell’architettura in generale: dell’iconografìa, dell’ortografia elevata, dell’ortografia gettata, della geodesia. Il primo volume è consacrato al testo, il secondo alle tavole che sono il risultato il più strano d’un imaginazione sregolata e priva di retto senso e di ogni sorta di gusto.
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540. LABACCO, L’istessa opera stampata in Roma negli anni del Signore 1557.
A questo più fresco esemplare sono aggiunte altre 17 cattive tavole di monumenti romani senza luogo né anno né nome d’intagliatore, ma appariscono essere tolte dall’opera di Vredman. Anche questo ha la data contrafatta.
A questo più fresco esemplare sono aggiunte altre 17 cattive tavole di monumenti romani senza luogo né anno né nome d’intagliatore, ma appariscono essere tolte dall’opera di Vredman. Anche questo ha la data contrafatta.
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541. LABACCO, Libro appartenente all’architettura, nei quale si figurano alcune notabili antichità di Roma.
Questa è una delle varie edizioni di Roma senz’anno, e senza nome di stampatore. L’opera di Labacco precede la copiosa serie delle prime stampe degli edificii e monumenti di Roma pubblicati da Nicola Van-Aelst, da Antonio Salamanca, da Enrico Van-Schoel, da Andrea Vaccaro, da Antonio Laffrerio, da Giacomo Bossi e da quant’altri furono primi ad illustrare quei monumenti, in fol. fig. Nel principio è la pianta di Roma di Giacomo Lauro, prima edizione: e in fine al Labacco sono 114 tavole. Vedi Speculum Romanie magnificentiae.
Questa è una delle varie edizioni di Roma senz’anno, e senza nome di stampatore. L’opera di Labacco precede la copiosa serie delle prime stampe degli edificii e monumenti di Roma pubblicati da Nicola Van-Aelst, da Antonio Salamanca, da Enrico Van-Schoel, da Andrea Vaccaro, da Antonio Laffrerio, da Giacomo Bossi e da quant’altri furono primi ad illustrare quei monumenti, in fol. fig. Nel principio è la pianta di Roma di Giacomo Lauro, prima edizione: e in fine al Labacco sono 114 tavole. Vedi Speculum Romanie magnificentiae.
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569. MITELLI Agostino, Fregi dell’architettura presso Giangiacomo de’ Bossi, in Roma, in fol. contenente 25 carte di grotteschi in 49 colonne. – Aggiuntevi: otto tavole di antiche fabbriche e fontane e fragmenti di monumenti in diversi paesi d’Italia, come la fabbrica dell’orologio in Piazza San Marco di Venezia, avanti che vi fossero poste le colonne, la fontana di Bologna colla data 1563, due capitelli singolari colla data 1537 e la marca P. S. (Petri Nobilitas Formis) alcuni grotteschi intagliati da Enea Vico, colla data 1541. – Libro di catafalchi e tabernacoli con vari altri disegni tratti da diverse opere; colle porte di Michel Angelo; tav. 21 riunite e pubblicate da Giovanni Giacomo de’ Bossi. – Il funerale fatto nel 1661 al cardinal Mazarini, tav. 8, ove è la bellissima stampa emblematica del Gallestruzzi. 102 – La festa fatta in Roma ai 28 febb. 1634, data in luce da Vitale Mascardi con molte altre feste, trionfi, scenari, prospettive, di Remigio Cantagallina e di Giulio Parigi, per le nozze dei Principi di Toscana nel 1608, tav. 7 e altri spettacoli teatrali disegnati da Francesco Grimaldi bolognese con in fine 22 vedute prospettiche antiche ripubblicate nel 1647 da Giovan Giacomo de’ Rossi.
570. MONTANO Giovan Battista milanese, Libro d’architettura con diversi ornamenti cavati dall’antico, Roma 1624, in fol. fig.
Quest’opera è di 40 tav. edizione originale; segue poi la scelta di vari tempietti antichi, Roma, presso il Soria, 1624: sono tavole 6 vengono in seguito diversi ornamenti capricciosi per depositi e altari, Roma 1625; sono tavole 40. Finisce il volume coi tabernacoli diversi nuovamente inventati da Giovan Battista Montano: Roma 1618: sono tavole 24 in fol. fig., il tutto dato in luce da Giovan Battista Soria romano. Il Montano si intitola intagliatore di legname eccellentissimo, di questo volume quantunque s’incominci ad inclinare al gusto falso, vedesi però quanto l’autore fosse valente.
Quest’opera è di 40 tav. edizione originale; segue poi la scelta di vari tempietti antichi, Roma, presso il Soria, 1624: sono tavole 6 vengono in seguito diversi ornamenti capricciosi per depositi e altari, Roma 1625; sono tavole 40. Finisce il volume coi tabernacoli diversi nuovamente inventati da Giovan Battista Montano: Roma 1618: sono tavole 24 in fol. fig., il tutto dato in luce da Giovan Battista Soria romano. Il Montano si intitola intagliatore di legname eccellentissimo, di questo volume quantunque s’incominci ad inclinare al gusto falso, vedesi però quanto l’autore fosse valente.
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578. NAVONE Giovan Domenico e Cipriani Giovan Battista, Nuovo metodo per apprendere le teorie e le pratiche dell’architettura civile sopivi una nuova raccolto dei più cospicui esemplari di Roma, misurati, ed incisi collo annotazioni dell’Abb. Niccola Mari, Roma, dai torchi di Luigi Perego Salvioni, Parte I, 1794, in fol. fig.
La bella esecuzione dei prospetti e delle piante lascia bramare una maggiore precisione nelle tavole dei dettagli, che sono prodotti con qualche negligenza e in piccola forma sono in tutto 55 tavole.
La bella esecuzione dei prospetti e delle piante lascia bramare una maggiore precisione nelle tavole dei dettagli, che sono prodotti con qualche negligenza e in piccola forma sono in tutto 55 tavole.
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639. RUGGERI Ferdinando, Studio di architettura civile sopra gli ornamenti di porte e finestre colle misure 116 tratte dalle fabbriche più insigni di Firenze, Firenze 1728, vol. 3, in fol. mass.
Quest’opera serve ad illustrare i monumenti dell’architettura toscana in un’epoca sola, poiché non vengono prodotti i monumenti di quelle prime età alle quali siamo debitori del risorgimento delle arti. 80 tavole ha il primo volume, in egual numero il secondo e 77 il terzo; un semplice elenco la precede senza alcun ragguaglio storico o discussione critica.
Quest’opera serve ad illustrare i monumenti dell’architettura toscana in un’epoca sola, poiché non vengono prodotti i monumenti di quelle prime età alle quali siamo debitori del risorgimento delle arti. 80 tavole ha il primo volume, in egual numero il secondo e 77 il terzo; un semplice elenco la precede senza alcun ragguaglio storico o discussione critica.
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697. VITRUVIUS Marcus, Iterum et Frontintis a Jucundo revisi repurgatique quintum ex collatione licuit, Florentiae, sumptibus Philippi de Giunta, 1513, in 8, fig.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali: Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in principio.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali: Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in principio.
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707. M. VITRUVII Pollionis, Viri suae professionis peritissimi. De Architectura lib. X. Cum notis Philandri et Sexti Jul. Frontini de aquaeductibus, et Nicolai Cusani de staticis monumentis: Argentorati ex officina Knoblochiana, 1543, in 4, fig.
Edizione di qualche pregio, poiché prodotta da quel Giorgio Macheropieo che si servì de’ buoni testi di Fra’ Giocondo e del commento del Cesariani, oltre i suoi propri disegni e figure per illustrarla.
Edizione di qualche pregio, poiché prodotta da quel Giorgio Macheropieo che si servì de’ buoni testi di Fra’ Giocondo e del commento del Cesariani, oltre i suoi propri disegni e figure per illustrarla.
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751. BIBIENA Galli Antonio cavaliere, Pianta e spaccato del nuovo teatro di Bologna aperto nel 1763, Bol. In 4, fig. M. 7.
Si avverte che Antonio è il figlio del famoso architetto e prospettico Ferdinando. Con due grandissime tavole in rame.
Si avverte che Antonio è il figlio del famoso architetto e prospettico Ferdinando. Con due grandissime tavole in rame.
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756. CHIARAMONTE Scipione, Delle scene e teatri, Cesena 1670, in 8, fig. opera postuma.
Con alcune figure dimostrative intagliate in legno. Quest’opera riguarda soltanto la parte prospettica.
Con alcune figure dimostrative intagliate in legno. Quest’opera riguarda soltanto la parte prospettica.
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758. GIORGI Felice, Descrizione Isterica del teatro di Tor di Nona, Roma 1795, in 4, fig., M. 62.
Con 9 grandi tavole in rame intagliate da Tom. Piroli. In questa storia si trovano i disegni de’ precedenti teatri in quel 142 luogo, crollali avanti d’esser giunti al lor compimento. Vedi Tarquini.
Con 9 grandi tavole in rame intagliate da Tom. Piroli. In questa storia si trovano i disegni de’ precedenti teatri in quel 142 luogo, crollali avanti d’esser giunti al lor compimento. Vedi Tarquini.
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768. MORELLI Cosimo, Pianta e spaccato del nuovo teatro d’Imola, Roma 1780, in fol. fig.
Questo ingegnoso architetto studiò grandemente la linea visuale sui teatri e vi riescì meglio d’ognuno. In quest’opera pone in confronto con altrettante tavole, undici teatri diversi e bello ed utile è il fare questa comparatione. In altre 3 tavole produce il proprio teatro, oltre altre tavole in guisa di vignette con soggetti teatrali presi dall’antico.
Questo ingegnoso architetto studiò grandemente la linea visuale sui teatri e vi riescì meglio d’ognuno. In quest’opera pone in confronto con altrettante tavole, undici teatri diversi e bello ed utile è il fare questa comparatione. In altre 3 tavole produce il proprio teatro, oltre altre tavole in guisa di vignette con soggetti teatrali presi dall’antico.
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773. PISTOCCHI, Prospetto d’un teatro, Faenza 1790. — Aggiuntavi: Lettera anonima dove si espone il sentimento dell’autore pel foro progettato dall’architetto Antolini in Milano. Milano, anno nono, in 8. — E in fine, le riflessioni architettoniche sopra il premiato disegno della trionfale colonna da erigersi in Milano, in 8.
Opuscoli tutti del sud. Sig. Pistocchi ove viene lacerato senza pietà l’architetto Antolini a lui preferito.
Opuscoli tutti del sud. Sig. Pistocchi ove viene lacerato senza pietà l’architetto Antolini a lui preferito.
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784. DEL BENE Benedetto, Osservazioni sopra l’origine ultimamente attribuita all’anfiteatro di Verona, Verona 1786, in 8. — Aggiunta: Lettera ad un amico, ossia scritto polemico in risposta alle dette osservazioni: del Conte Alessandro Carli: detto anno; Colla difesa di queste osservazioni del Sig. Benedetto del Bene. Infine, Ragionamento critico del Co. Alessandro Carli sull’anfiteatro di Verona 1786: E un’ultima lettera dell’Ab. Fortis al C. Carli sopra le di lui congetture della fondazione e dell’anfiteatro, 1785, in 8.
799. RANGHIASCI Sebastiano, Notizie sopra un antico teatro ec. in 8, M. 39.
800. STRATICO Simone, Dell’antico teatro di Padova, Padova 1795, in 4, fig.
Con sei gran tavole intagliate in rame. Questo dottissimo professore dell’Università di Padova e uno dei luminari dell’instituto italiano, ha raccolte e non pubblicate molte memorie e commenti inediti intorno le opere di Leon B. Alberti e di Vitruvio, che sarebbe voto comune dei dotti di veder pubblicate.
Con sei gran tavole intagliate in rame. Questo dottissimo professore dell’Università di Padova e uno dei luminari dell’instituto italiano, ha raccolte e non pubblicate molte memorie e commenti inediti intorno le opere di Leon B. Alberti e di Vitruvio, che sarebbe voto comune dei dotti di veder pubblicate.
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938. MAIROSI da Ponte Giovanni, Ricerche sopra alcune argille e sopra una terra vulcanica della provincia bergamasca, Bergamo 1791, in 8, M. 63.
944. MOROZZI Ferdinando, Delle case de’ contadini: trattato architettonico, Firenze 1770, in 8, fig. M. 63.
Con tre tavole intagliate in rame.
Con tre tavole intagliate in rame.
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968. ZABAGLIA. Niccola, Castelli e ponti, con alcune ingegnose pratiche e con la descrizione del trasporto dell’obelisco Vaticano e di altri del Cavalier Domenico Fontana, Roma 1743, in fol. fig.
Questo libro è composto di 54 tavole colle illustrazioni rispettive italiane e latine. Le invenzioni del Zabaglia semplici e facili partivano da una somma pratica. Egli non sapeva leggere né scrivere ed era a un incirca in Roma, quello che in Bassano era il Ferracina.
Questo libro è composto di 54 tavole colle illustrazioni rispettive italiane e latine. Le invenzioni del Zabaglia semplici e facili partivano da una somma pratica. Egli non sapeva leggere né scrivere ed era a un incirca in Roma, quello che in Bassano era il Ferracina.
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1014. CALVI Jacopo Alessandro pittore, Versi e prose sopra una serie d’eccellenti pitture possedute da Mons. Filippo Ercolani, Bologna 1780, in 4.
1086. BONARELLI Prospero, Il Solimano, Tragedia, Firenze 1620, in 4, fig.
Con bellissime figure di Callot in cinque tavole e il frontespizio figurato, prove freschissime.
Con bellissime figure di Callot in cinque tavole e il frontespizio figurato, prove freschissime.
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1147. De la CHAUSSE Michelangelo, Lettera in cui si fa parola della colonna nuovamente travata in Roma nel Campo Marzo ed eretta già per l’apoteosi di Antonino Pio. Data in luce da Nicolò Bulifoni, Napoli 1704, in 8, M. 56.
1163. LABUS Giovanni, Lettera sopra una colonna letterata di Maguzzano, Brescia 1812, in 8, M. 46.
1166. LETTERA di N. ad un amico sullo stato delle Belle Arti in Roma, Roma 1788, in 8, M. 87.
1172. LETTERA sull’Architettura della facciata della libreria del Duomo di Reggio, 1785, in 8, M. 51. 209
1190. MUTI Papazzurri Giuseppe, Lettera su di un’antica terracotta trovata in Palestrina, Roma 1794, in 4, fig.
Con una tavola grande al fine.
Con una tavola grande al fine.
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1191. NATALE Francesc’Antonio, Lettera intorno ad una sacra colonna de’ bassi tempi eretta al presente dinanzi all’atrio del Duomo di Capua, Napoli 1766, in 4, fig. Colla tavola intagliata del monumento.
1192. ODERICI Gasparis Aloysii, De marmorea didascalia in urbe reperta. Epistola ad Caietanum Marinum, Romae 1777, in 8, M. 60.
1193. ORSINI Baldassarre, Risposte alle lettere pittoriche del Sig. Annibale Mariotti, Perugia 1791, in 8. — PAOLI Paolo, Lettera in difesa dell’epitafio di S. Felice. Vedi Marini Gaetano.
1195. POCH Bernardo, Lettera sui marmi estratti dal Tevere e sulle iscrizioni scolpite in essi a S. E. il Principe Altieri, Roma 1733, M. 27.
Non sono che due foglietti di stampa.
Non sono che due foglietti di stampa.
Show More 1195*. PUCCINI Tommaso, Dello stato delle Belle Arti in Toscana, Lettera, Italia 1807, in 8, M. 35 e 48.
Questo scrittore era passionatamente intelligente delle arti e le studiò col raccogliere oggetti preziosi e vivere nelle città di Roma e Firenze tutta la sua età sempre in mezzo ai monumenti ed agli artisti.
Questo scrittore era passionatamente intelligente delle arti e le studiò col raccogliere oggetti preziosi e vivere nelle città di Roma e Firenze tutta la sua età sempre in mezzo ai monumenti ed agli artisti.
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1196. QUATREMERE de Quinci, Lettres sur le prejudice qu’occasionneroient aux arts et à la science, le déplacément des monumens de l’art de l’Italie, le démembrement de ses écoles et la spoliation de ses collections, galéries, musées ec., Par. A. Q. Paris 1796, in 8.
L’onesta franchezza, con cui questo esimio letterato ed artista pubblicò queste lettere in un’epoca tanto pericolosa quan 212to quella in cui i suoi concittadini barbaramente saccheggiavano l’Italia d’ogni sua ricchezza, ponendo egli senza riguardo le proprie iniziali sulle «sue lettere, onora il suo animo, siccome i suoi scritti onorano il suo ingegno. La petizione fu segnata da’ principali artisti, che veggonsi firmati alla fine di questo opuscolo, ma non ottenne alcuna risposta.
L’onesta franchezza, con cui questo esimio letterato ed artista pubblicò queste lettere in un’epoca tanto pericolosa quan 212to quella in cui i suoi concittadini barbaramente saccheggiavano l’Italia d’ogni sua ricchezza, ponendo egli senza riguardo le proprie iniziali sulle «sue lettere, onora il suo animo, siccome i suoi scritti onorano il suo ingegno. La petizione fu segnata da’ principali artisti, che veggonsi firmati alla fine di questo opuscolo, ma non ottenne alcuna risposta.
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1212. TESTA Domenico, Lettera sopra l’antico vulcano delle paludi Pontine, Roma 1784, in 8, M 56.
1217. VALLE Fra Guglielmo (della), Lettere Senesi so 215 pra le Belle Arti, Venezia dal 1782 al 1786, volumi 3.
Questo frate aveva studio, dottrina, pregiudizi e pedanteria e ci vuoi gran criterio a scegliere il grano dalla zizzania.
Questo frate aveva studio, dottrina, pregiudizi e pedanteria e ci vuoi gran criterio a scegliere il grano dalla zizzania.
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1219. De’ VEGNI D. Leonardo, Lettere al Signor Avvoc. Carlo Fea, tratte dall’Antologia Romana nel 1794 (Si estendono queste sulla metereologia e sui lavori di figulina). — Note al parere della pittura delle volte del Sig. Giuseppe Manetti: dalla stessa Antologia, 1796, in 4, M. 62.