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Il libro è stampato in lingua tedesca e sonovi in alcuni luoghi mediocri ritratti intagliati in rame. Il testo scorre
rapidamente sulle memorie degli artisti di parecchie scuole.
Il libro è stampato in lingua tedesca e sonovi in alcuni luoghi mediocri ritratti intagliati in rame. Il testo scorre
rapidamente sulle memorie degli artisti di parecchie scuole.
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, Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i
contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo,
mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e
quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12
parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo
trovato questo corpo completo.
Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i
contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo,
mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e
quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12
parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo
trovato questo corpo completo.
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, Questo esemplare apparteneva all’architetto Scamozzi ed è composto come segue: il frontespizio è figurato e
porta nel centro un cartello applicato, ove in barbara ortografia è espressa la dichiarazione dell’opera. Segue la
dedica del traduttore e subito nello stesso foglietto il testo del trattato in colonne stampato a caratteri corsivi, che
continua fino al sesto foglietto inclusive. Questa prima porte è accompagnata da 23 tavole: segue un’altra parte
col primo foglietto in basso alemanno e la data d’Anversa del 1578 intorno l’ordine toscano con 12 tavole. Un
altro libretto colla stessa data e nella stessa lingua riguarda il corintio, io 140 nico e il composito con 18
tavole. L’ultima parte relativa al corintio e al composito con le trabeazioni porta la data del 1565 che è la data
dell’edizione originale delle opere di Vredeman intagliate da Girolamo Ceck: e contiene 22 tavole.
Questo esemplare apparteneva all’architetto Scamozzi ed è composto come segue: il frontespizio è figurato e
porta nel centro un cartello applicato, ove in barbara ortografia è espressa la dichiarazione dell’opera. Segue la
dedica del traduttore e subito nello stesso foglietto il testo del trattato in colonne stampato a caratteri corsivi, che
continua fino al sesto foglietto inclusive. Questa prima porte è accompagnata da 23 tavole: segue un’altra parte
col primo foglietto in basso alemanno e la data d’Anversa del 1578 intorno l’ordine toscano con 12 tavole. Un
altro libretto colla stessa data e nella stessa lingua riguarda il corintio, io 140 nico e il composito con 18
tavole. L’ultima parte relativa al corintio e al composito con le trabeazioni porta la data del 1565 che è la data
dell’edizione originale delle opere di Vredeman intagliate da Girolamo Ceck: e contiene 22 tavole.
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, Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi
diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le
proporzioni con cui sono figurati.
Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi
diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le
proporzioni con cui sono figurati.
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, Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono
tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive
inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono
tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive
inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
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Questa è un’edizione originale colle stesse 53 tavole, clic pretendonsi intagliate da Holbein medesimo: ma non
tutte forse di sua mano, trovandosi in alcune la marca A, cosa non avertita da Papillon, che indicò solamente una
differenza in alcune tavole, aggiunte nelle edizioni posteriori alla prima, per aver queste nel contorno una linea
sola, mentre le altre ne hanno due. La lettera A. potrebbe forse significare Abr. Bruyn che infatti in Colonia e in
Svizzera intaglia diverse opere in quel tempo. Sebbene l’edizione non contenga le prime prove più fresche che
apparvero 20 anni prima, nullameno può da questa formarsi chiaramente l’idea d’uno dei più preziosi lavori che
vanti l’incisione in legno.
Quanto al testo di questo rarissimo libretto trovansi le seguenti opere, oltre gl’indicati epigrammi: Medicina
Animae e gallico idiomate a Georgio Aemilio in latinum translata: Paracelsis ad periculose decumbentes,
Cypriani Episc. sermo de immortalitate, oratio ad Deum ap aegrotum dicenda, Oratio ad Chris. in gravi morbo
dicenda, Divi Chrysostomi de patientia. Il libro, compreso il frontespizio e l’ultima carta bianca, è composto di
100 foglietti, notandosi il nome dello stampatore sul frontespizio colla sua marca Arnold Birckman. Ap.
Haeredes, 1557.
Legato assieme a questo libro è il seguente.
Hofferi Io. Coburgensii Icones Catecheseos et virtutum, ac vitiorum illustratae numeris. Item Historia Passionis
D N. I. Chris. Effigiata, Vitembergae excudebat Io. Crato 1558. Sono queste 71 tavole intagliate in legno che
figurano i precetti del Decalogo, il Simbolo degli Apostoli, i Sacramenti, le Virtù ed i vizi, e la vita del
Redentore, con i relativi epigrammi ad ogni soggetto. L’intaglio è di qualche pregio. Al decimo precetto del
Decalogo figurato colla Castità di Giuseppe sono due marche. La superiore I. L. C. T. L’inferiore D. B. 1557,
amendue in due cartelline: direbbesi che quest’ultima appartiene a un intagliatore Vitemberghese, essendo
riportata anche da Crist e la prima al disegnatore.
Questa è un’edizione originale colle stesse 53 tavole, clic pretendonsi intagliate da Holbein medesimo: ma non
tutte forse di sua mano, trovandosi in alcune la marca A, cosa non avertita da Papillon, che indicò solamente una
differenza in alcune tavole, aggiunte nelle edizioni posteriori alla prima, per aver queste nel contorno una linea
sola, mentre le altre ne hanno due. La lettera A. potrebbe forse significare Abr. Bruyn che infatti in Colonia e in
Svizzera intaglia diverse opere in quel tempo. Sebbene l’edizione non contenga le prime prove più fresche che
apparvero 20 anni prima, nullameno può da questa formarsi chiaramente l’idea d’uno dei più preziosi lavori che
vanti l’incisione in legno.
Quanto al testo di questo rarissimo libretto trovansi le seguenti opere, oltre gl’indicati epigrammi: Medicina
Animae e gallico idiomate a Georgio Aemilio in latinum translata: Paracelsis ad periculose decumbentes,
Cypriani Episc. sermo de immortalitate, oratio ad Deum ap aegrotum dicenda, Oratio ad Chris. in gravi morbo
dicenda, Divi Chrysostomi de patientia. Il libro, compreso il frontespizio e l’ultima carta bianca, è composto di
100 foglietti, notandosi il nome dello stampatore sul frontespizio colla sua marca Arnold Birckman. Ap.
Haeredes, 1557.
Legato assieme a questo libro è il seguente.
Hofferi Io. Coburgensii Icones Catecheseos et virtutum, ac vitiorum illustratae numeris. Item Historia Passionis
D N. I. Chris. Effigiata, Vitembergae excudebat Io. Crato 1558. Sono queste 71 tavole intagliate in legno che
figurano i precetti del Decalogo, il Simbolo degli Apostoli, i Sacramenti, le Virtù ed i vizi, e la vita del
Redentore, con i relativi epigrammi ad ogni soggetto. L’intaglio è di qualche pregio. Al decimo precetto del
Decalogo figurato colla Castità di Giuseppe sono due marche. La superiore I. L. C. T. L’inferiore D. B. 1557,
amendue in due cartelline: direbbesi che quest’ultima appartiene a un intagliatore Vitemberghese, essendo
riportata anche da Crist e la prima al disegnatore.
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. Quest’opera è dedicata ad applicare le definizioni pittoriche alla poesia con traslato di significazioni.
Quest’opera è dedicata ad applicare le definizioni pittoriche alla poesia con traslato di significazioni.
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, Sono 24 grandissime tavole in rame singolar 249 mente piegate a fine di ridurle al foglio piccolo a’ piè di
ognuna delle quali sta riportato il testo relativo.
Sono 24 grandissime tavole in rame singolar 249 mente piegate a fine di ridurle al foglio piccolo a’ piè di
ognuna delle quali sta riportato il testo relativo.
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MDCLX
Opere intagliate all’acqua forte con molto brio e colle descrizioni incise appiè delle stampe in tedesco e in
francese. Compresi i due frontespizi sono tavole 79.
Opere intagliate all’acqua forte con molto brio e colle descrizioni incise appiè delle stampe in tedesco e in
francese. Compresi i due frontespizi sono tavole 79.
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L’autore è il signor Lauritz de Thourah. Quest’opera eseguita con molto lusso attesta lo stato delle arti in quella
parte nordica dell’Europa nell’epoca in cui fu pubblicata. Ma da quel tempo in poi i progressi delle arti vengono
spinti a un molto maggior incremento: e grandi speranze può concepire di sempre maggiore prosperità quel regno
felice per la molta protezione che a’ nobili studj accordasi dagli attuali Principi Reali, ai quali hanno
incessantemente diretto l’ingegno ed il cuore.
L’autore è il signor Lauritz de Thourah. Quest’opera eseguita con molto lusso attesta lo stato delle arti in quella
parte nordica dell’Europa nell’epoca in cui fu pubblicata. Ma da quel tempo in poi i progressi delle arti vengono
spinti a un molto maggior incremento: e grandi speranze può concepire di sempre maggiore prosperità quel regno
felice per la molta protezione che a’ nobili studj accordasi dagli attuali Principi Reali, ai quali hanno
incessantemente diretto l’ingegno ed il cuore.
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Nella prima pagina è una piccola incisione ove sta espressa una pittura infamante e satirica, la cui illustrazione
trovasi estesa in tedesco alla fine dell’opuscolo.
Nella prima pagina è una piccola incisione ove sta espressa una pittura infamante e satirica, la cui illustrazione
trovasi estesa in tedesco alla fine dell’opuscolo.
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Questo libro francese e tedesco è fatto a modo di dialogo e interessante per le comparazioni con le guide più
moderne.
Questo libro francese e tedesco è fatto a modo di dialogo e interessante per le comparazioni con le guide più
moderne.
Show More , Questa è una delle edizioni prodotte e commentate da Augusto Rode, cui va aggiunto un Lessico vitruviano.
Questa è una delle edizioni prodotte e commentate da Augusto Rode, cui va aggiunto un Lessico vitruviano.
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, Con tredici tavole ben disegnate e intagliate, stampato in lingua tedesca.
Con tredici tavole ben disegnate e intagliate, stampato in lingua tedesca.
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Questo nostro esemplare che appartenne alla biblioteca di Mariette, poi a quella del C. d’Agincourt fu oggetto di
molte cure del primo suo possessor e venendo riguardato da lui come pregiatissima e bellissima cosa, crediamo
di far gustare agli amatori le illustrazioni stesse, che estese di pugno di Mariette, trovami annesso a questo nostro
esemplare.
Il y a eu trois éditions du livre des habillemens turcs par Melchior Lorich.
La premier qui est la nôtre est de l’année 1626 à Hambourg chez Michel Hering.
La seconde est de l’année 1641 aussi à Hambourg, chez Tobie Gunderman.
La troisième imprimée dans le même libraire et chez le mé-me libraire, porte la date de 1646. A cette drrniere
édition il y a au commencement et de plus qu’aux deux autres, une table imprimée en allemand, qui est une
explication des figures, prise sur le MS. même de l’auteur: mais il est assez difficile d’en faire usage, car les
figures n’étant point chiffrées, ne se trouvent presque jamais rangées comme la table, dans laquelle ces figures
sont cependant indiquées par des chiffres qui sont supposées devoir se rencontrer sur les planches. Il seroit bien à
sonhaiter qu’on eut eu l’attention de les y mettre; car si quelques estampes demandent une explication, ce sont
sur tout celles qui représentent de vues d’edifi 292 ces existains et des habillemens des nations, tels que sont
ceux que Melchior Lorich a représentées ici, après les avoir dessinées avec autant d’exactitude que de goût sur
les lieux.
Nôtre exemplaire est plus ample que celui du roi d’une planche double qui represente la vue de la mosquée
apellée la Solimanie.
Celui du roi a de plus trois planches, l’une qui représente cet ornement d’orfévrerie dont le bonnet des Janissaires
est ordinairement paré par devant; la seconde qui est plus grande que toutes celles qui se trouvent dans le livre,
représente onze étendards ou quenes de chevaux ornées de handerolles, qui suivant ce qu’il en dit dans les
explications, furent portées à une procession qui se fit a Constantinople en 1558 dans le tems que Lorich étoit
dans cette ville; c’est une forte et belle chose, que je regrette fort de ne pas avoir: La 3 qui est encore une planche
double, représente un assemblage de divers bâtimens la plupart turcs, mais qui paroissoient avoir été faits de
génie, chacun est accompagné d’une lettre de renvoi: cependant cette planche n’est pas expliqué dans la table.
Enfin on trouve encore dans l’édition du roi une planche en bois sur laquelle est représenté le portrait de l’auteur,
fait en 1575 dans une éspéce de médaille placée au dessous de trois autres médailles qui renferment autant de
dévises propres à Melchior Lorich ou Lorch.
Voila en quoi consistent les différences qui se recontrent entre les deux exemplaires que je cite et qui ne
proviennent à mon avis, que de ce que les planches n’etant pas chiffrées, il étoit difficile de les assembler
régulièrement et en faire un corps bien complet. Ainsi je tiens que les deux exemplaires sont incomplets.
J’ajouterai que dans l’exemplaire de la bibliothéque du roi, ou a joint quatre planches gravées en cuivre par le
même Lorich et qui sont deux portraits, l’un en buste et l’autre en pied de l’Empereur Soliman et deux
semblables portraits d’Ismael, Ambassadeur du Sophi de Perse à la cour du dit Soliman, et une cinquième
planche représentante une Fortune gravée par Philippe Galle d’après le même Lorich, mais ce dernier morceau
est bien mauvais, tant pour la composition que pour le goût du dessein. Ce sont ces cinq pièces gravées en
cuivre, qui ont donné occasion de marquer dans les titres des éditions de 1641 et 1646 que ce recueil étoit
composé de planches gravées en bois et en cuivre. Elles ne font point cependant partie de ce recueil; ce sont des
morceaux détachés; et qui n’y ont été ajoutés qu’après coup, sans doute par le libraire pour donner à son edition
une supériorité sur la première édition.»
Ecco alla distesa il frontespizio d’una di queste edizioni tal come lo traduce lo stesso Mariette in un quaderno
ove presenta l’elenco numerato delle tavole parimente tradotto.
Figures dessinées et gravées à pied et à cheval avec plusieurs 293 beaux édifices à la maniere turque et
toutes autres choses qu’on peut y voir: par Melchior Lorichius de Flensbourg très-savant, très-renommé, et trèsexperimenté. Le tout d’après nature et suivant la perspective en cuivre, et en bois mise au jour pour la 3 fois
avec une table pour les figures, tirée de l’original manuscrit, presènté à tous les amateurs, peintres. sculpteurs,
graveurs à leur honneur et pour leur uilité., à Hambourg, chez Tobie Gounderman Libraire, en 1646.
Noi stessi personalmente abbiamo fatto l’esame dell’esemplare di Parigi alla Biblioteca R. e lo abbiamo
riconosciuto composto dai fragmenti dei due diversi esemplari della seconda e terza edizione, trovandosi in
principio il frontespizio colla data del 1646 e dopo quarantotto carte l’altro frontespizio colla data del 1641 e un
gran numero di tavole duplicate e ripetute senza ordine e senza scelta. Nel resto confronta con ciò che fu
riconosciuto dal diligentissimo Mariette. Abbiamo avuto cura di prendere un lucido esattissimo delle tre tavole
dei stendardi, delle fabbriche, e degli ornati d’oreficeria citate qui sopra, che abbiamo inserte nel nostro
conservatissimo e prezioso esemplare. È osservabile come i bibliografi più accreditati non diano cenno di
un’opera dalla quale tutti hanno preso e persino materialmente copiato nel produrre in una quantità di libri
posteriori le costumanze orientali. L’esemplare di questa prima edizione e composto di 114 tavole, nelle quali è
compreso il frontespizio.
Questo nostro esemplare che appartenne alla biblioteca di Mariette, poi a quella del C. d’Agincourt fu oggetto di
molte cure del primo suo possessor e venendo riguardato da lui come pregiatissima e bellissima cosa, crediamo
di far gustare agli amatori le illustrazioni stesse, che estese di pugno di Mariette, trovami annesso a questo nostro
esemplare.
Il y a eu trois éditions du livre des habillemens turcs par Melchior Lorich.
La premier qui est la nôtre est de l’année 1626 à Hambourg chez Michel Hering.
La seconde est de l’année 1641 aussi à Hambourg, chez Tobie Gunderman.
La troisième imprimée dans le même libraire et chez le mé-me libraire, porte la date de 1646. A cette drrniere
édition il y a au commencement et de plus qu’aux deux autres, une table imprimée en allemand, qui est une
explication des figures, prise sur le MS. même de l’auteur: mais il est assez difficile d’en faire usage, car les
figures n’étant point chiffrées, ne se trouvent presque jamais rangées comme la table, dans laquelle ces figures
sont cependant indiquées par des chiffres qui sont supposées devoir se rencontrer sur les planches. Il seroit bien à
sonhaiter qu’on eut eu l’attention de les y mettre; car si quelques estampes demandent une explication, ce sont
sur tout celles qui représentent de vues d’edifi 292 ces existains et des habillemens des nations, tels que sont
ceux que Melchior Lorich a représentées ici, après les avoir dessinées avec autant d’exactitude que de goût sur
les lieux.
Nôtre exemplaire est plus ample que celui du roi d’une planche double qui represente la vue de la mosquée
apellée la Solimanie.
Celui du roi a de plus trois planches, l’une qui représente cet ornement d’orfévrerie dont le bonnet des Janissaires
est ordinairement paré par devant; la seconde qui est plus grande que toutes celles qui se trouvent dans le livre,
représente onze étendards ou quenes de chevaux ornées de handerolles, qui suivant ce qu’il en dit dans les
explications, furent portées à une procession qui se fit a Constantinople en 1558 dans le tems que Lorich étoit
dans cette ville; c’est une forte et belle chose, que je regrette fort de ne pas avoir: La 3 qui est encore une planche
double, représente un assemblage de divers bâtimens la plupart turcs, mais qui paroissoient avoir été faits de
génie, chacun est accompagné d’une lettre de renvoi: cependant cette planche n’est pas expliqué dans la table.
Enfin on trouve encore dans l’édition du roi une planche en bois sur laquelle est représenté le portrait de l’auteur,
fait en 1575 dans une éspéce de médaille placée au dessous de trois autres médailles qui renferment autant de
dévises propres à Melchior Lorich ou Lorch.
Voila en quoi consistent les différences qui se recontrent entre les deux exemplaires que je cite et qui ne
proviennent à mon avis, que de ce que les planches n’etant pas chiffrées, il étoit difficile de les assembler
régulièrement et en faire un corps bien complet. Ainsi je tiens que les deux exemplaires sont incomplets.
J’ajouterai que dans l’exemplaire de la bibliothéque du roi, ou a joint quatre planches gravées en cuivre par le
même Lorich et qui sont deux portraits, l’un en buste et l’autre en pied de l’Empereur Soliman et deux
semblables portraits d’Ismael, Ambassadeur du Sophi de Perse à la cour du dit Soliman, et une cinquième
planche représentante une Fortune gravée par Philippe Galle d’après le même Lorich, mais ce dernier morceau
est bien mauvais, tant pour la composition que pour le goût du dessein. Ce sont ces cinq pièces gravées en
cuivre, qui ont donné occasion de marquer dans les titres des éditions de 1641 et 1646 que ce recueil étoit
composé de planches gravées en bois et en cuivre. Elles ne font point cependant partie de ce recueil; ce sont des
morceaux détachés; et qui n’y ont été ajoutés qu’après coup, sans doute par le libraire pour donner à son edition
une supériorité sur la première édition.»
Ecco alla distesa il frontespizio d’una di queste edizioni tal come lo traduce lo stesso Mariette in un quaderno
ove presenta l’elenco numerato delle tavole parimente tradotto.
Figures dessinées et gravées à pied et à cheval avec plusieurs 293 beaux édifices à la maniere turque et
toutes autres choses qu’on peut y voir: par Melchior Lorichius de Flensbourg très-savant, très-renommé, et trèsexperimenté. Le tout d’après nature et suivant la perspective en cuivre, et en bois mise au jour pour la 3 fois
avec une table pour les figures, tirée de l’original manuscrit, presènté à tous les amateurs, peintres. sculpteurs,
graveurs à leur honneur et pour leur uilité., à Hambourg, chez Tobie Gounderman Libraire, en 1646.
Noi stessi personalmente abbiamo fatto l’esame dell’esemplare di Parigi alla Biblioteca R. e lo abbiamo
riconosciuto composto dai fragmenti dei due diversi esemplari della seconda e terza edizione, trovandosi in
principio il frontespizio colla data del 1646 e dopo quarantotto carte l’altro frontespizio colla data del 1641 e un
gran numero di tavole duplicate e ripetute senza ordine e senza scelta. Nel resto confronta con ciò che fu
riconosciuto dal diligentissimo Mariette. Abbiamo avuto cura di prendere un lucido esattissimo delle tre tavole
dei stendardi, delle fabbriche, e degli ornati d’oreficeria citate qui sopra, che abbiamo inserte nel nostro
conservatissimo e prezioso esemplare. È osservabile come i bibliografi più accreditati non diano cenno di
un’opera dalla quale tutti hanno preso e persino materialmente copiato nel produrre in una quantità di libri
posteriori le costumanze orientali. L’esemplare di questa prima edizione e composto di 114 tavole, nelle quali è
compreso il frontespizio.
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