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Nel frontespizio è una stampa allusiva al soggetto disegnata di Iacopo Palma, intagliata da Odoardo Fialetti:
segue la dedica e il ritratto del mecenate, un avviso dell’autore a’ virtuosi, indi le quattro parti del poemetto la
prima in sciolti, la terza in ottava, l’ultima in metro libero: in fine un racconto, (ossia catalogo) de’ pittori
celebrati in questa e nell’altra opera non ancora stampata, della quale non si ha contezza veruna da noi.
L’opuscolo in totale è di 20 carte, pag 40.
Nel frontespizio è una stampa allusiva al soggetto disegnata di Iacopo Palma, intagliata da Odoardo Fialetti:
segue la dedica e il ritratto del mecenate, un avviso dell’autore a’ virtuosi, indi le quattro parti del poemetto la
prima in sciolti, la terza in ottava, l’ultima in metro libero: in fine un racconto, (ossia catalogo) de’ pittori
celebrati in questa e nell’altra opera non ancora stampata, della quale non si ha contezza veruna da noi.
L’opuscolo in totale è di 20 carte, pag 40.
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, Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
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, Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
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, Questa è la seconda edizione dei ragionamenti, mutato l’ordine della parola sul frontispizio ed omessa la dedica,
quantunque non vi sia alcuna varietà nei tipi e venisse riprodotta soltanto col mutare i primi fogli e l’ultimo del
volume.
Questa è la seconda edizione dei ragionamenti, mutato l’ordine della parola sul frontispizio ed omessa la dedica,
quantunque non vi sia alcuna varietà nei tipi e venisse riprodotta soltanto col mutare i primi fogli e l’ultimo del
volume.
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Con 13 tavole intagliate in rame.
Con 13 tavole intagliate in rame.
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— E in fine: Dévises héroiques et emblemes de M. Claude Paradin revues et augtmentées de
moitié par François d’ Amboise, Paris 1622.
Con 178 tavolette finamente ed elegantemente intagliate in rame.
Con 178 tavolette finamente ed elegantemente intagliate in rame.
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, Sono 126 ritratti la più parte intagliati da Luca e da Volfango Kilian con molta nitidezza di bulino: oltre i quali è
il frontespizio e lo stemma intagliato, senza testo.
Sono 126 ritratti la più parte intagliati da Luca e da Volfango Kilian con molta nitidezza di bulino: oltre i quali è
il frontespizio e lo stemma intagliato, senza testo.
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, Il frontespizio è figurato, e 39 tavole grandi servono ad il 168 lustrazioni della basilica accompagnate da
interpretazioni, iscrizioni, osservazioni storiche, e critiche. Opera di pregio. Edizione diligentemente, e nobilmente
eseguita.
Il frontespizio è figurato, e 39 tavole grandi servono ad il 168 lustrazioni della basilica accompagnate da
interpretazioni, iscrizioni, osservazioni storiche, e critiche. Opera di pregio. Edizione diligentemente, e nobilmente
eseguita.
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, Opera che non gode gran credito per la sua prolissità e poca giustezza di critica e intralciata erudizione, ma che
non manca di essere di qualche pregio per chi sa sciegliere il grano dalla zizania; volume di presso a 1000 pagine
comprendendovi gli indici e i prolegomeni. Le numerose tavole di cui va ornato non sono spregievoli. Sembra
che ne fosse fatta un’anteriore edizione nel 1614.
Opera che non gode gran credito per la sua prolissità e poca giustezza di critica e intralciata erudizione, ma che
non manca di essere di qualche pregio per chi sa sciegliere il grano dalla zizania; volume di presso a 1000 pagine
comprendendovi gli indici e i prolegomeni. Le numerose tavole di cui va ornato non sono spregievoli. Sembra
che ne fosse fatta un’anteriore edizione nel 1614.
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, Questo libro fu dedicato al Cav. del Pozzo e contiene 66 tavole assai ben eseguite. L’uso che ne hanno fatto gli
amatori di caccia lo ha reso alquanto raro.
Questo libro fu dedicato al Cav. del Pozzo e contiene 66 tavole assai ben eseguite. L’uso che ne hanno fatto gli
amatori di caccia lo ha reso alquanto raro.
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, Ad ognuno degli otto libri che compongono quest’opera è una tavola allegorica intagliata pittorescamente oltre il
frontespizio figurato.
Ad ognuno degli otto libri che compongono quest’opera è una tavola allegorica intagliata pittorescamente oltre il
frontespizio figurato.
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Le notizie sparse in quest’opera sono preziose specialmente intorno i palazzi di Spagna, e servirono di scorta a
posteriori
trattati spagnuoli. Si parla ivi di alcuni discorsi inediti mirabilissimi di Michelangelo che ora o sono
perduti, o giacciono sconosciuti non senza gran danno e desiderio dell’arte. Il Carducho è un fiorentino d’origine
(Carducci) stabilitosi da giovine alla corte di Spagna.
Le notizie sparse in quest’opera sono preziose specialmente intorno i palazzi di Spagna, e servirono di scorta a
posteriori
trattati spagnuoli. Si parla ivi di alcuni discorsi inediti mirabilissimi di Michelangelo che ora o sono
perduti, o giacciono sconosciuti non senza gran danno e desiderio dell’arte. Il Carducho è un fiorentino d’origine
(Carducci) stabilitosi da giovine alla corte di Spagna.
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CARICATURE, Vedi Hollar, Mariette, Gerli, Grose.
Girolamo David intagliò il bel ritratto dell’autore, i tre frontespizi, nell’ultimo de’ quali è la veduta di Genova
con un cartello ove si parla del quando vennero ammesse al governo le armi delle casate nobili della città di
Genova; seguono le armi della città, indi il registro delle famiglie e 30 tavole con grandi anni in gran foglio
intagliate dal medesimo.
Girolamo David intagliò il bel ritratto dell’autore, i tre frontespizi, nell’ultimo de’ quali è la veduta di Genova
con un cartello ove si parla del quando vennero ammesse al governo le armi delle casate nobili della città di
Genova; seguono le armi della città, indi il registro delle famiglie e 30 tavole con grandi anni in gran foglio
intagliate dal medesimo.
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, La descrizione è di Luigi Manzini, con tredici tavole in foglio non compreso il frontespizio: le cui invenzioni
furono di Orazio Turiano architetto, non molto felici e peggio intagliate.
La descrizione è di Luigi Manzini, con tredici tavole in foglio non compreso il frontespizio: le cui invenzioni
furono di Orazio Turiano architetto, non molto felici e peggio intagliate.
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MDCXXXII
, Con 17 tavole intagliate in rame di archi trionfali e macchine per opera di Floriano del Buono.
Con 17 tavole intagliate in rame di archi trionfali e macchine per opera di Floriano del Buono.
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MDCXXXVII
, Libretto elegantemente scritto, e stampato. Fu riprodotto due anni dopo con correzioni, ed aggiunte, che
consistono in alcune prose ed elogi. Questo autore fu medico, e professore in Mantova, in Pisa, e in patria.
Libretto elegantemente scritto, e stampato. Fu riprodotto due anni dopo con correzioni, ed aggiunte, che
consistono in alcune prose ed elogi. Questo autore fu medico, e professore in Mantova, in Pisa, e in patria.
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,Quest’opera apparve con diversi frontespizi e vario numero di tavole. Questo esemplare è di prima impressione e
le lamine furono intagliate sui disegni d’Annibale da Gius. Mitelli.
Quest’opera apparve con diversi frontespizi e vario numero di tavole. Questo esemplare è di prima impressione e
le lamine furono intagliate sui disegni d’Annibale da Gius. Mitelli.
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, Questa è la prima versione francese che comparve nello stesso anno dell’originale con diverse infedeltà ed
omissioni nella parte del testo. Le tavole sono le stesse ma tirate dopo l’edizione italiana.
Questa è la prima versione francese che comparve nello stesso anno dell’originale con diverse infedeltà ed
omissioni nella parte del testo. Le tavole sono le stesse ma tirate dopo l’edizione italiana.
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